Sputnik - La recensione

 



Dalla Russia uno sci-fi coi fiocchi

 

1983. Due cosmonauti russi di ritorno sulla Terra dopo una missione spaziale si accorgono che qualcosa di sconosciuto si muove al di fuori della loro navicella. Qualcosa va storto e, una volta atterrati, soltanto uno dei due astronauti ne esce vivo. Konstantin, così si chiama l’uomo, viene tenuto sotto massima sorveglianza dai militari. Il colonnello Semiradov, responsabile della base segreta in cui è tenuto prigioniero Konstantin, recluta la giovane ma determinata psichiatra Tatyana per una perizia psichiatrica dell’uomo. Giunta alla base, la donna scopre che l’uomo non è tornato solo dallo spazio ma una creatura mostruosa vive dentro di lui.


CinePaura pensa che...

 

Dalla Russia con orrore. Diciamolo, il più vasto stato del mondo non è certo quella nazione che si menziona quando si parla di horror. Giusto per farci un’idea, abbiamo digitato “horror russi” su Google e ci sono uscite dodici voci. Dodici. Ma a noi non interessa la quantità bensì la qualità e, tra quei pochi film usciti, sicuramente ce n’è uno che è riuscito nell’intento di sorprenderci. Sputnik del 2020, diretto dall’esordiente Egor Abramenko attinge in maniera intelligente da tutte le pellicole di fantascienza degli anni addietro, Alien di Scott in primis ma anche L’alieno, La cosa e perché no, anche L’invasione degli ultracorpi.

Attinge, non copia e questa è cosa buona e giusta perché il risultato non puzza di dejà vu nonostante non racconti nulla di nuovo. Ambientato in piena Guerra Fredda, il film oltre a essere un horror a tutti gli effetti (la creatura è davvero ben progettata, spaventosa e non mancano massicce dosi di teste spappolate) sonda altri canali mescolandoli con sapienza: il tema della famiglia e il senso di colpa, i segreti di stato e lo spionaggio, la cupidigia dei potenti e il loro modo di sfruttare ogni cosa nuova come un’arma. È anche un film di personaggi, ognuno con la sua potenza scenica: la psichiatra dai metodi poco ortodossi (interpretata dalla valida Oksana Akinshina), l’astronauta che tutti chiamano eroe senza un apparente motivo e il colonnello pronto a tutto pur di ottenere la sua “arma”.

A completare il quadro c’è l’ottima colonna sonora, un alieno eccezionale (lo avevamo già detto ma è giusto rimarcarlo) e una trama che, seppur lineare e senza twist, porta lo spettatore a porsi per l’ennesima volta la domanda che ritorna come una raccomandata contenente una multa non pagata: i “veri”mostri chi sono, i mostri stessi oppure gli esseri umani?

Una vera sorpresa in questo periodo di carenze cinematografiche e in generale una boccata di ossigeno per il genere horror sci-fi.


Forse non sapevate che...

Il film ha vinto il premio Asteroide al Trieste Science + Fiction Festival del 2020

Non ha avuto una distribuzione in sala a causa della pandemia Covid ma è approdato sulla piattaforma Rai Play a partire dal 26 aprile 2021

Ha ricevuto critiche positive nei festival di tutto il mondo


Informazioni

 

Regia di Egor Abramenko

 

2020

 

Oksana Akinshina (Tatyana Klimova)
Fedor Bondarchuk (Colonnello Semiradov)
Pyotr Fyodorov (Konstantin Veshnyakov)
Anton Vasilev (Yan Rigel)
Aleksey Demidov (Kirill Averchenko)

A cura di Andrea Costantini



Nessun commento:

Posta un commento