Un gioiellino
a orologeria ricco di ritmo e situazioni folli
Una serie di personaggi interagiscono inconsapevolmente tra loro in una notte che cambierà le loro vite. Un corpo senza vita piomba dal cielo e atterra sull’auto che sta guidando Jack; Tim, Mark e Eddie, tre adolescenti su di giri investono una ragazza e nell’incidente, uno di loro perde il pene; Frank passeggia con il cane e trova un cadavere e sospetta sia stato ucciso dalla figlia; Buzzy e Duffy lavorano in un market e pianificano una falsa rapina; Cheri, incinta, è alle prese con i suoi fidanzati.
CinePaura pensa che...
11.14. Questo è l’orario in cui un serie di vite cambierà per sempre. Il
film diretto da Greg Marcks nel 2003 è figlio di una generazione di pellicole
nate in seguito all’avvento di Tarantino nel mondo del cinema, costruito con
una sceneggiatura dalle forti tinte pulp e messa in atto a pezzetti che
convergono nello stesso punto, a pochi minuti dalla fine. E tra i figli del
mitico Quentin, Ore 11.14 è uno dei
migliori, un autentico gioiellino a orologeria con almeno cinque diverse storie
che si intrecciano tra loro fino a collimare tutte insieme al fatidico orario
del titolo.
Una
falsa rapina messa in scena, un pene mozzato e smarrito, fatali amplessi al
cimitero e un cadavere che piomba dal
cielo, elementi inizialmente sconnessi che prendono forma man mano che i minuti
scorrono. Non abbiamo paura a dire che il punto di forza del film è una
sceneggiatura di ferro, scritta dallo stesso Marcks dove tutto ciò che avviene
ha motivo di esistere e fa parte del meschino piano del destino e che porterà
la sua fatale conclusione allo stesso momento, per tutti i personaggi.
Oltre
alla messa in scena a incastro perfettamente funzionante, il film è pregno di
humour nero, personaggi ben caratterizzati tutt’altro che simpatici e un ritmo
frenetico che incolla lo spettatore al divano. Impossibile distrarsi o sbattere
le palpebre perché il film non ne dà il tempo. Divertente e appassionante.
Forse non sapevate che...
Il film è disponibile nel catalogo Amazon Prime
La parola “fuck” è usata 57 volte in tutto il film
In
origine il ruolo di Buzzy era stato scritto per un maschio, poi riscritto per
una donna e andato a Hilary Swank
Informazioni
Regia di Greg
Marcks
2003
Barbara Hershey (Norma)
Hilary Swank (Buzzy)
Shawn Hatosy (Duffy)
Patrick Swayze (Frank)
Rachael Leigh Cook (Cheri)
A cura
di Andrea Costantini
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