Il bacio della pantera - La recensione

 


Classico dell’orrore con la pantera Simone Simon

Irina, una bellissima donna serba passa le sue giornate allo zoo a dipingere quadri raffiguranti i grandi felini. Viene avvicinata da Oliver, un uomo gentile che la corteggia. I due prendono un te e finiscono per innamorarsi. Solo che Irina è preoccupata da una leggenda relativa alle origini del suo popolo. Secondo tale leggenda, nel momento in cui bacerà l’uomo che ama si trasformerà in una pantera assassina e lo ucciderà.


CinePaura pensa che...

Nel lontano, anzi lontanissimo 1942 Jacques Tourneur diresse uno dei suoi capolavori nonché uno dei titoli di punta della RKO, celebre casa di produzione di inizio secolo scorso. Stiamo parlando del classico del cinema horror Il bacio della pantera, con protagonista la bellissima Simone Simon. Costato pochissimo rispetto ad altri classici del periodo (poco più di centomila dollari in confronti di opere milionarie quali Casablanca) fu un enorme successo incassando oltre quattro milioni di dollari.

Quello di Tourneur può considerarsi uno dei pionieri dell’orrore psicologico, in cui non vengono mostrate creature spaventose (Universal, per esempio, spaventava con il mostro in primo piano) ma la costruzione della tensione viene giocata sul non visto, con rumori e suoni fuori campo volti a indurre lo spettatore in uno stato di paura dell’ignoto. Un paio di scene, capolavori di tensione per l’epoca ed efficaci ancora oggi, sono il pedinamento notturno in cui i tacchi risuonano sinistri nella notte fino a scomparire, segnale non mostrato della trasformazione avvenuta; oppure la scena della piscina, con orrendi ruggiti provenire da ogni angolo.

Ma Il bacio della pantera non è solo un horror ma anche il dramma di una donna perseguitata da una maledizione, innamorata di un uomo gentile che tuttavia non può amare per via delle sue origini. Irina deve combattere contro l’amore impossibile che prova per Oliver e che non riesce a consumare ma anche con se stessa, contro la maledizione che la perseguita e contro la sua gelosia, tenendo a bada i suoi istinti ferini per preservare la salute dell’uomo che ama.



Forse non sapevate che...                                         

Il film ebbe un seguito nel 1944, Il giardino delle streghe, e un omonimo remake del 1982 con protagonista Nastassja Kinski

E’ stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti poiché "culturalmente, storicamente o esteticamente importante"

RKO era titubante nel terminare le riprese per paura della competizione con gli horror del colosso Universal. Paura immotivata in quanto il film, a fronte di 140 mila dollari di budget ne incassò 4 milioni.

La scena del pedinamento è stata ideata dal produttore Val Lewton. Essa si conclude con un rumore stridente, simile al ringhio di un gatto arrabbiato, ma che in realtà proveniva dalla frenata di un autobus che si fermava. Si tratta di falso jumpscare, in cui la tensione crescente porta a uno spavento non direttamente legato alla minaccia. Questa tecnica è stata soprannominata "Lewton Bus" ed è ancora oggi utilizzata.

A causa del basso budget, il set utilizzato fu lo stesso del film L’orgoglio degli Amberson di Orson Welles



Informazioni

 

Regia di Jacques Tourneur

 

1942

Simone Simon (Irena Dubrovna Reed)
Kent Smith (Oliver Reed)
Tom Conway (dottor Louis Judd)
Jane Randolph (Alice Moore)

 

A cura di Andrea Costantini



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