Bussano alla porta - La recensione

 


Shyamalan e il giorno del giudizio

Wen sta giocando nel bosco, appena fuori dalla baita dove sta passando le vacanze insieme ai suoi due papà Eric e Andrew quando un uomo si avvicina. Si chiama Leonard, è gentile ma deve dire una cosa molto importante ai genitori della piccola. Dietro di lui arrivano altre tre persone, sono armate e sembrano minacciose. Wen scappa in casa per avvisare i papà ma alla fine le persone riescono a entrare. Legano gli uomini e spiegano il motivo della loro visita: il mondo sta per finire e loro quattro sono i messaggeri dell’Apocalisse. C’è una cosa che Eric e Andrew possono fare per evitare la fine del mondo. Devono solo scegliere.


CinePaura pensa che...

M. Night Shyamalan, autore dello stupore, dalla fine dello scorso millennio ci incanta con le sue magie cinematografiche. Dopo una sfilza di capolavori dell’orrore intimo e psicologico (Il Sesto Senso, The Village, Signs) e un periodo di declino nella seconda parte della sua carriera, nel 2023 lo vediamo tornare in piena forza con quello che forse è il suo miglior film degli ultimi dieci anni, almeno. Bussano alla porta, tratto dal romanzo La casa alla fine del mondo di Paul G. Tremblay, parla dell’Apocalisse, la fine del mondo, il giorno del giudizio chiamatela come vi pare. Quattro tizi variopinti (capitanati da un Dave Bautista al suo meglio) si presentano a casa di una coppia che sottopongono a una scelta difficile. In caso di mancata decisione, le conseguenze sarebbero gravissime. Conseguenze apocalittiche, sarebbe meglio dire.

Che Shyamalan sia un vero maestro del vedo/non vedo lo avevamo capito fin dai tempi in cui ci terrorizzava con un’invasione aliena senza quasi mai farci vedere gli alieni. Qui siamo nello stesso territorio, senza alieni ma con un presagio che si palesa soltanto tra le quattro mura della baita in cui Eric, Andrew e la piccola Wen stavano passando le vacanze. È tutto vero ciò che dice Leonard, quell’uomo enorme con le braccia tatuate, tanto pacato quanto minaccioso? È un pazzo invasato come i suoi “colleghi” oppure c’è del vero in quello che dice? Come dicevamo a inizio recensione, Bussano alla porta è il miglior Shyamalan da tempo. Complice della riuscita del film sono le interpretazioni di tutti i protagonisti e una tensione costante che trasmette brividi sulla schiena ogni volta che si avvicina quel momento, e ogni volta che nella baita viene acceso il televisore.

Un film di personaggi, tutti molto ben delineati per i quali si prova empatia, protagonisti o antagonisti essi siano. Ma la domanda è: ci sono davvero cattivi in questa storia? Come al solito, ciliegina sulla torta, Shyamalan alla regia e scrittura è impeccabile. A volte prendere una decisione è un’impresa ardua e siamo sottoposti a tale pressione tutti i giorni. Bisogna valutare, ragionarci sopra mille volte ma alla fine bisogna decidere, altrimenti saremo come delle barchette di carta in balia dell’oceano. Inquietante e potente.



Forse non sapevate che...                             

Il romanzo La casa alla fine del mondo ha vinto il premio Bram Stoker come miglior romanzo nel 2019.

Alla premiere del film, in alcune sale, è stato chiesto alle persone di consegnare il cellulare prima della proiezione. Lo scopo era quello di far loro “rinunciare a qualcosa”. Se avessero risposto di sì, alla fine del film avrebbero ricevuto, oltre al cellulare indietro, anche un regalo

Shyamalan appare, come di consueto, in un cameo. Lo si può vedere in una televendita in televisione



Informazioni

 

Regia di M. Night Shyamalan

 

2023

Dave Bautista (Leonard)
Jonathan Groff (Eric)
Ben Aldridge (Andrew)
Nikki Amuka-Bird (Sabrina)

A cura di Andrea Costantini






1 commento:

  1. Sicuramente meglio, sotto ogni punto di vista, di quella belinata epica di Old, ma lo stesso non ho granché apprezzato lo spiegone Shyamalano finale che, per fortuna, nel romanzo non c'è.

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