Carrie 2 - La furia - La recensione

 


Ancora disastri causati dalla telecinesi

A Chamberlain sono passati vent’anni dalla strage al liceo perpetrata da Carrie White, nella quale morirono settanta persone. Sue Snell, una delle poche sopravvissute alla tragica notte, ora svolge il ruolo della psicologa della scuola e prende a cuore il caso di Rachel, una ragazza emarginata da tutti che possiede gli stessi poteri telecinetici di Carrie. Quando l’amica del cuore di Rachel muore, la ragazza scopre che dietro quel suicidio forse c’è lo zampino dei ragazzi della squadra di football.


CinePaura pensa che...

 

Seguito del capolavoro diretto da Brian De Palma nel 1976, Carrie 2 racconta le vicende di Rachel, una ragazza problematica con gli stessi spaventosi poteri telecinetici di Carrie White, vent’anni dopo la strage alla festa del liceo. Da bambina, la piccola Rachel ha visto internare la madre a causa delle sue paturnie religiose nei suoi confronti, la cui colpa era soltanto quella di avere il potere di spostare gli oggetti con il pensiero. Rachel, diventata grande, vive con il suo amatissimo cane e i genitori adottivi, simpatici come sassi nelle scarpe. Per fortuna c’è la sua amica del cuore Lisa a sostenerla, almeno fino a quando non si lancia dal tetto della scuola sfracellandosi su una macchina sottostante.

È impensabile anche solo paragonare questo seguito al capolavoro di De Palma, neanche ci vogliamo provare. Manca del tutto il terrore profondo, la tecnica registica e le interpretazioni magistrali di Sissy Spacek e Piper Laurie tuttavia Carrie 2 è un filmetto onesto a metà strada tra il sequel e il remake, che riprende la storia ideata da King e la rimette in scena con nuovi attori ben calati nella parte. La messa in scena è televisiva e le vicissitudini tra i giovani protagonisti tra amore e scherzi da bulli fanno virare il film verso il teen movie ma nonostante ciò il film regge bene fino al finale violento e spaventoso, dove tutta la furia telecinetica si scatena per la seconda volta.

Un paio di punti di contatto rispetto alla pellicola precedente ci sono, oltre alle origini stesse di Carrie e l’ambientazione nella medesima città, il film vede la presenza di Amy Irving nel ruolo di Sue Snell, ora adulta e consulente psicologica. Abbastanza ridicolo il titolo, dato solo per continuità alla storia, visto che nessuno dei personaggi del film si chiama Carrie (nemmeno la protagonista).



Forse non sapevate che...   

Per i flashback relativi a Carrie, Katt Shea ottenne il permesso di Sissy Spacek di utilizzare alcune sue immagini per dare continuità

Mena Suvari, lo stesso anno, raggiungerà il successo mondiale con American Pie e American Beauty

La regista Katt Shea ha recitato in un piccolo ruolo in Scarface di Brian De Palma



Informazioni

Diretto da Katt Shea

 

1999

Emily Bergl (Rachel Lang)
Jason London (Jesse Ryan)
Dylan Bruno (Mark)
J. Smith-Cameron (Barbara Lang)
Amy Irving (Sue Snell)

A cura di Andrea Costantini



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