Punto di non ritorno - La recensione

 


Orrore infernale per uno sci-fi ingiustamente sottovalutato

 

2047. Un segnale fa riportare in vita le speranze di ritrovare la Event Horizon, una enorme astronave che si credeva fosse andata distrutta anni prima. La missione spaziale guidata dal capitano Miller parte alla sua ricerca. Alla missione di recupero partecipa anche il dottor Weir, ideatore nonché costruttore della Event Horizon. Una volta raggiunto il relitto, l’equipaggio scopre che la nave è alimentata da un trasferitore gravitazionale in grado di generare buchi neri e da esso ne è fuoriuscita una infernale presenza che ha ucciso tutte le persone a bordo.


CinePaura pensa che...

Punto di non ritorno è il terzo film diretto da Paul W.S. Anderson, che diventerà celebre negli anni a venire quale autore della saga di Resident Evil con Milla Jovovich. Si tratta di un film sci-fi solo all’apparenza in quanto, dopo un incipit in cui si parla di missioni spaziali, astronavi perdute da recuperare e salti nell’iperspazio, con lo scorrere dei minuti si piomba in un horror cosmico le cui radici pescano linfa direttamente dagli inferi.

Protagonisti della vicenda sono un gruppo di astronauti capitanati da Lawrence Fishburne, la cui missione è scortare uno scienziato interpretato da Sam Neill per innumerevoli anni luce dalla terra con lo scopo di capirci di più sulla scomparsa della Event Horizon, mostruosa astronave che nasconde al suo interno una sorta di generatore di buchi neri. Buchi neri che nascondo indicibili cose davvero tanto tanto pericolose. La minaccia presente nel film funziona bene non essendo essa tangibile e punta alle debolezze e paure dei malcapitati astronauti, scavando in maniera efficace nei meandri di un orrore cosmico allucinogeno.

Ci sono diversi rimandi a film precedenti quali Alien e Hellraiser e l’argomento trattato non è dei più originali ma non per questo si può parlare di scopiazzature né tantomeno di plagio. Sebbene edulcorati dalla censura, non mancano nemmeno i momenti gore (e qui che i rimandi a Hellraiser si fanno forti), ci sono buone interpretazioni dei protagonisti (Sam Neill su tutti reduce dal capolavoro Il Seme della follia) oltre che alle ambientazioni gotiche della Event Horizon. Alla sua uscita è stato stroncato dalla critica e accolto tiepidamente anche dal pubblico, anche per colpa di una serie non indifferente di tagli (praticamente tutte le scene di sangue) imposti dalla produzione per ridurne la durata. Però alcuni lo hanno subito accolto come un piccolo cult e dopo venticinque anni dal suo rilascio risulta essere ancora un piacevole intrattenimento.



Forse non sapevate che...

Gli interni dell’astronave Event Horizon sono stati realizzati ispirandosi alla cattedrale di Notre Dame

La scena della stazione che ruota intorno alla Terra ha preso un terzo del budget per gli effetti speciali

La durata iniziale del film era di 130 minuti, ridotta poi di 30 minuti dalla Paramount. Molte scene di sangue furono eliminate per permettere al film di essere fruibile al pubblico, ottenendo l’effetto contrario. Il film incassò 47 milioni di dollari a fronte di 60 di budget

La sceneggiatura originariamente descriveva la macchina come una sfera nera liscia e senza lineamenti, di 10 metri di diametro, sospesa a mezz'aria tra grandi bracci meccanici rotanti. W.S. Anderson ha deciso di riprogettarlo per includere cerchi ad incastro come omaggio alla scatola di Lemarchand di Hellraiser

Il film è uscito in home video in un nuovo master 4K UHD e due Steelbook in edizione limitata da collezione per celebrare il 25° anniversario grazie a Plaion Pictures



Informazioni

 

Regia di Paul W.S. Anderson

 

1997 

Sam Neill (Dottor William Weir)
Laurence Fishburne (Capitano Miller)
Joely Richardson (Tenente Starck)
Kathleen Quinlan (Peters)
Jack Noseworthy (Justin)

 

A cura di Andrea Costantini



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