Hardware - Metallo letale - La recensione

 


Robot sterminatori di umanità e dove trovarli

 

In un futuro non troppo lontano il mondo è ormai invivibile a causa della guerra e dalle radiazioni. In questo scenario apocalittico si muove Moses con il suo amico Shades in costante ricerca di denaro per vivere. Raccolgono rottami di metallo e li rivendono. Quando vengono in possesso di uno strano elmetto robotico, Moses pensa di portarlo in regalo alla fidanzata Jill, ignorando il fatto che si tratti di un pezzo di un pericoloso automa progettato per uccidere.


CinePaura pensa che...


Richard Stanley è un regista che avrebbe dovuto avere maggior attenzione e fortuna nella sua carriera. Con un paio di perle che tuttavia non hanno portato i risultati sperati si è ritagliato comunque un posticino nell’olimpo di quelli che l’horror lo sapevano davvero raccontare. Il suo primo lavoro in particolare è qualcosa che i fan distopico fantascientifico non possono certo dimenticare. Hardware – Metallo letale, diretto e sceneggiato nel 1990 è qualcosa che ancora oggi provoca nei fan quel brivido di godimento che molte produzioni odierne si sognano.

Siamo in un mondo andato alla rovina, in un futuro non così lontano dal nostro in cui fa un caldo bestia (addirittura in una scena si esagera dicendo che si prevedono quaranta gradi, tu pensa) dove il mondo ormai è intossicato dall’inquinamento e non piove mai. Non sembra così distopico, vero? In questo scenario apocalittico non troppo lontano dal nostro e illuminato da un affascinate quanto dannoso sole rosso si muove Moses, un rivenditore di rottami che per caso entra in possesso di una testa meccanica tanto affascinante quanto pericolosa. Si tratta di un prototipo di M.A.R.K. 13, un robot costruito per distruggere ogni essere umano senza alcuna pietà. Inconsciamente, Moses regala alla sua fidanzata Jill la testa per poterne ricavare una scultura di rottami. Ma la testa in questione non è disattivata e appena comprende che può utilizzare tutta la ferraglia di Jill per ricostituirsi, non esiterà a farlo.

Accompagnato da una colonna sonora splendida (impossibile non amare la suggestiva The Order of Death dei Public Image Ltd), il film di Stanley è uno dei manifesti più amati e osannati del cyberpunk. Un mondo marcio, surriscaldato, radioattivo e sovrappopolato, in balia di una guerra passata, presente o imminente dove la gente sopravvive alla giornata come può, recuperando rottami per poi venderli. Il metallo ha un aspetto quasi sessuale, al pari della carne dei film di Cronenberg del periodo appena trascorso. C’è un’atmosfera unica, infuocata e tossica, incredibilmente creata con un budget irrisorio ma che come risultato non ha nulla da invidiare a “fratelli” bel più costosi. Infine ci sono loro, i protagonisti e la loro lotta sfrenata per il predominio e la sopravvivenza. Jill, la Bella, meravigliosa, cazzuta e determinata a sopravvivere a ogni costo e la Bestia, il robot, inarrestabile macchina di morte disposta a tutto pur di portare a termine ciò per cui è stato programmato: sterminare l’essere umano. Bellissimo.




 

Forse non sapevate che...

      

Al film partecipano due grandi rock star del calibro di Iggy Pop (la voce alla radio), Carl McCoy (il nomade) e Lemmy Kilmister (il taxista che ascolta Ace of Spades dei Motörhead)

Nella scena di sesso tra Dylan McDermott e Stacey Travis la canzone è The Order of Death dei Public Image Ltd

Per la sua apparizione come tassista, Lemmy aveva con sé con una bottiglia di Scotch e un revolver Magnum. Svuotò la bottiglia ed estrasse la pistola dalla fondina ma scivolò di mano e affondò nel fiume. I sommozzatori furono inviati a recuperarla ma senza successo



 

Informazioni

 

Diretto da Richard Stanley

 

1990

Dylan McDermott (Moses Baxter)
Stacey Travis (Jill)
John Lynch (Shades)
William Hootkins (Lincoln Wineberg Jr.)

 

A cura di Andrea Costantini



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