Songbird - La recensione

 


L’amore ai tempi del coronavirus

 

Durante il quarto anno di pandemia da Covid il virus si è evoluto e ha portato la mortalità al cinquanta per cento. Una sorta di dittatura sanitaria impone alle persone contagiate di essere rinchiuse nelle aree di quarantena e abbandonate a loro stesse. I sopravvissuti vivono in perenne lockdown e alcune persone, tra cui il corriere Nico, sono immuni. Sara è rinchiusa in casa con la nonna e il suo amato Nico cerca in tutti i modi di portarla in salvo, cercando un pass che la farebbe passare per immune.


CinePaura pensa che...

 

Il primo film a mettere la pandemia al centro della narrazione è stato Songbird. Diretto da Adam Mason nel 2020, è un thriller fantascientifico distopico che mostra l’ipotetica e catastrofica evoluzione del virus che – ahinoi – ben conosciamo. Un pandemic movie, se vogliamo dirla con un neologismo. Non è più Covid-19 bensì Covid-23 e la mortalità è arrivata al cinquanta per cento. Mettendo da parte gli eventuali commenti etici e morali sulla necessità di girare in pandemia un film ambientato in pandemia (andandola a drammatizzare ancora di più di quanto non lo sia già in realtà), Songbird è una storia d’amore ai tempi del virus.

Sofia Carson è blindata in casa e non può uscire, come la maggior parte dei sopravvissuti e KJ Apa, il suo bello, è libero di scorrazzare per le strade a suo piacimento perché è immune. E solo gli immuni possono uscire di casa. Solo che gli immuni sono realmente gli isolati, che non possono avere contatti con nessuno se non tramite schermi del cellulare. A me personalmente è sfuggito lo scopo del progetto Songbird. Non capisco se l’intenzione fosse quella di mettere in mostra gli aspetti comportamentali di una pandemia (o meglio, della pandemia in corso, visto che la maggior parte dei comportamenti visti nel film sono praticati da tutti quotidianamente come disinfettare, indossare maschere e protezioni e rimanere chiusi in casa) o quello di costruire un thriller con un’ambientazione iper-realistica e cercando di raccontare ciò che potenzialmente potrebbe succedere se il virus sfuggisse ulteriormente al controllo.

In entrambi i casi, il risultato è negativo. Songbird non è nulla di tutto ciò bensì un thrillerino romantico, veloce nei ritmi e nei tempi (Michael Bay ci ha messo lo zampino, quindi potete immaginare) e di dubbia, dubbissima morale. Si salva solo Peter Stormare che quando indossa i panni dell’esagerato è sempre motivo di divertimento. Assolutamente non necessario.



Forse non sapevate che...

 

Le riprese del film, iniziate l'8 luglio 2020 a Los Angeles e sono terminate il 3 agosto

È il secondo film in cui il personaggio interpretato da KJ Apa si chiama Nico. L’altro è Dead Reckoning (2020)

 


Informazioni

 

Diretto da Adam Mason

 

2020

KJ Apa (Nico)
Sofia Carson (Sara)
Craig Robinson (Lester)
Bradley Whitford (Griffin)
Demi Moore (Piper Griffin)
Peter Stormare (Emmett Harland)
 

 

A cura di Andrea Costantini



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