Noroi - La maledizione - La recensione

 


Il found footage e l’arte di mettere paura

 

Masafumi Kobayashi, specializzato nel campo del paranormale, ha girato un documentario in merito ad alcuni fatti misteriosi: la scomparsa di una bambina con poteri psichici, una apparizione terrificante in una registrazione amatoriale, gli strani comportamenti di un’attrice. Dopo aver realizzato il documentario, Kobayashi scompare nel nulla e la sua casa brucia in un incendio.


CinePaura pensa che...


Nei primi anni 2000 c’è stato un vero e proprio boom di mockumentary e found footage, diventato negli anni a venire un vero e proprio sottogenere dell’horror. Ne hanno fatti di ogni, da ogni parte del mondo, e sì, anche dal Giappone e sappiamo per esperienza che quando gli amici dell’estremo oriente si mettono a fare film dell’orrore è necessario sedersi sul divano con un paio di mutande di scorta.

In particolare, vorremmo spendere qualche parola su Noroi – La maledizione, found footage diretto da Kōji Shiraishi nel 2005 e annoverato da molti come uno dei migliori J-horror mai girati. Ora diciamo che quando ci si trova di fronte a un film di paura, sarebbe carino che questo facesse davvero paura. Spesso la paura viene promessa dalle tagline (“il film più spaventoso dai tempi de L’esorcista” oppure “vi farà passare notti insonni” o anche “Stephen King è rimasto scioccato”) ma sono poche, anzi rarissime le volte in cui tale promessa venga mantenuta. Senza dichiarare nulla nella tagline, Noroi mantiene la promessa. Eccome se la mantiene quindi vi avvisiamo che se la vostra intenzione sarà quella di approcciare alla visione, suggeriamo caldamente di tenere a portata di mano le mutande di scorta perché ci sarà da cagarsi sotto.

Noroi è un documentario, un falso documentario fatto con tutti i crismi con tanto di interviste alla gente, a professionisti e testimoni, estrapolazioni da programmi televisivi e ricerche varie, il tutto messo insieme con un montaggio. Non siamo quindi di fronte a una telecamera in spalla allo sbaraglio che riprende cose a caso e che non viene mai mollata neanche in punto di morte (o quasi). Siamo di fronte a un documentario vero e proprio, ma tutto finto. E fa così paura?

La risposta è sì.

Noroi, terrorizza senza l’ausilio di effetti speciali (pochissimi), senza sangue e soprattutto, attenzione attenzione, senza jumpscares. E come diavolo può essere così terrificante senza salti sulla poltrona? Ci riesce semplicemente con la narrazione, con l’evolversi degli eventi, con i fatti sconosciuti che vengono man mano ricostruiti. Addirittura terrorizzano le scritte in sovrimpressione. Ci sono decine e decine di personaggi in gioco, ognuno è un tassello di un puzzle e il buon Kobayashi è l’assemblatore. Deve mettere insieme i tasselli per capire chi sia (o cosa sia) Kagutaba, la causa di tutti i mali. Il ritmo è lento così come la ricostruzione degli eventi e l’attesa genera terrore, specialmente in alcuni momenti in cui la tensione arriva a essere insostenibile (la visita al tempio, il rituale in barca, la corsa notturna nel bosco).

La parte forse meno convincente è il finale stesso, atteso quasi quanto Babbo Natale la sera della vigilia, che tuttavia tende a chiudere le porte aperte in maniera forse troppo sbrigativa, decisamente non in linea con la precisione e la calma con cui tutta la storia viene narrata per le quasi due ore precedenti.

Si sorvola. Noroi fa paura, tanta, e questo è sufficiente per renderlo un Film con la F maiuscola.



Forse non sapevate che...                               

Il regista ha diretto anche il torture porn Grotesque (2009) e Sadako vs. Kayako (2016) un crossover tra i fantasmi di The Ring e The Grudge




Informazioni 

Diretto da Kōji Shiraishi

 

2005

 

Jin Muraki (Masafumi Kobayashi)
Rio Kanno (Kana Yano)
Tomono Kuga (Junko Ishi)

 

A cura di Andrea Costantini



Nessun commento:

Posta un commento