I Saw the TV Glow - La recensione

 


Quando il binge watching può diventare pericoloso

 

1996. Owen è un ragazzo che vive nell’isolamento scolastico. Non ha amici e ha un rapporto complicato con la famiglia. Quando per caso incontra Maddy, una compagna di scuola più grande e altrettanto sola e problematica, scopre l’esistenza di una serie tv intitolata The Pink Opaque. I due diventano in qualche maniera amici e passano il sabato sera guardando la serie, rendendola un vero e proprio momento di fuga dalla realtà. Ma dove finisce la realtà e comincia la fantasia?




 

CinePaura pensa che...


Il boom delle serie tv degli ultimi anni ha portato lo spettatore tipo a farsi coinvolgere talmente tanto dalla serie tv del cuore da arrivare a passare giornate intere dinnanzi al televisore, in compagnia degli amati personaggi. Questo, tuttavia, non poteva accadere nei lontani anni ’90, quando lo streaming non esisteva e toccava aspettare una settimana per vedere il nuovo episodio dell’amata serie tv. Ricordo ancora il tormento dell’attesa di scoprire chi fosse l’assassino di Laura Palmer.

Più o meno questo è il sunto di ciò che accade in I Saw the TV Glow, del 2024 diretto da Jane Schoenbrun uno dei film più particolari dello scorso anno. La serie tv nel film è The Pink Opaque, una sorta di Buffy l’ammazzavampiri con protagoniste due giovani sensitive che combattono contro ogni tipo di malvagità. Protagonisti del film invece sono due giovani chiamiamoli “amici” che hanno in comune la serie tv in questione ma anche una generale confusione sessuale. C’è Owen, ragazzo iper-protetto dalla madre e umiliato dal padre che affronta la vita con la desolazione nel cuore e nella mente. Poi c’è Maddy, ragazza sola i cui genitori, boh, che fatica a trovare una collocazione nello spazio e nel tempo, con una voglia pazzesca di andarsene via da lì. Sono diversi come il giorno e la notte, si scambiano pochissime parole e qualche sguardo ma tra loro si instaura un legame importante, si sostengono a vicenda e The Pink Opaque è il loro collante. Si ritrovano a casa di lei tutti i sabati sera in attesa del nuovo episodio, per poi tornare alle squallide vite l’indomani. Si vive soltanto in attesa del sabato sera, fino a quando, dopo sei stagioni e senza preavviso alcuno, la serie si interrompe.

È vero che il modo di dire “sembra un film di Lynch” è stato abusato tanto quanto “Quentin Tarantino presenta” ma in questo caso il paragone è davvero azzeccato. L’aspetto weird della messa in scena, la lentezza narrativa, i rumori e i colori di fondo e la drammaticità del contesto ricordano Twin Peaks in maniera importante ma non solo, è in generale la poetica del buon David il modello a cui la Schoenbrun si è ispirata.

È un horror atipico, un coming of age pessimista a tinte pastello e luci al neon che non piacerà a tutti. Anzi, piacerà davvero a poche persone che non potranno fare altro che rimanerne incantanti e, al tempo stesso, travolti da una nauseante malinconia. The Pink Opaque non è altro che una porta per fuggire dal triste universo chiamato realtà, una soglia così grande e invitante che, una volta varcata, potrebbe essere difficile tornare indietro. Ma il tempo passa inesorabile e, con esso, anche la nostra percezione, sia della realtà che ci circonda ma anche della finzione che ci mantiene “vivi”.

Ed è così che il Mostro del Gelato si trasforma da creatura terrificante a insignificante pupazzone. Ora, dopo tanti anni, non fa più così paura. Le convinzioni crollano insieme ai sogni e la realtà torna violenta per il colpo di grazia nel patetico e tristissimo finale.



Forse non sapevate che...

        

Il padre di Owen è interpretato da Fred Durst, leader e cantante dei Limp Bizkit

Proprio come il resto del film, anche i segmenti di The Pink Opaque che compaiono nel film sono stati girati in 35mm, ma in seguito trasferiti sia su VHS che su Betamax in post-produzione per creare le diverse degradazioni specifiche del periodo

 


Informazioni

 

Diretto da Jane Schoenbrun

 

2024

 

Justice Smith (Owen)
Brigette Lundy-Paine (Maddy Wilson)
Helena Howard (Isabel)
Lindsey Jordan (Tara)

 

A cura di Andrea Costantini



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