The Strange Thing About the Johnsons - La recensione

  


Il primo (e bello tosto) lavoro di Ari Aster

 

Isaiah si sta masturbando in camera da letto quando il padre irrompe senza bussare. Dopo un primo attimo di smarrimento, l’uomo si scusa con il figlio il quale capisce che la masturbazione è una cosa del tutto naturale. Anni dopo, durante il matrimonio di Isaiah, la madre intravede tramite il buco in una staccionata qualcosa di così scioccante da sconvolgere tutte le sue convinzioni.


CinePaura pensa che...


L’osannato Ari Aster, autore di pellicole divenute cult nel giro di pochissimo (Hereditary, Midsommar) ha iniziato la sua carriera nel 2011 con un mediometraggio della durata di trenta minuti intitolato The Strange Thing About the Johnsons. E fin dagli esordi erano ben chiari due caratteristiche che renderanno tanto potente il suo cinema del futuro: l’innegabile talento nello stare dietro la macchina da presa e la voglia di scioccare lo spettatore.

Nella primissima scena del film vediamo un giovane Isaiah intento a masturbarsi guardando una fotografia. Proprio in quel momento entra il padre Sidney nella stanza e, con tutto l’imbarazzo di questo mondo, si scusa con il giovane confortandolo, dicendogli che è una cosa del tutto normale e che tutte le persone del mondo lo fanno. Sono cose che capitano, del resto. Passano gli anni e il rapporto tra i due rimane speciale, ma non nel senso positivo del termine. Sidney non sorride più nelle foto e sembra quasi aver paura del figlio. E fa bene ad averne paura perché Isaiah lo tiene sotto scacco molestandolo di continuo.

Forse ancor più che nel futuro Midsommar, qui Aster spinge sul pedale dello shock con una situazione tanto inusuale quanto devastante: molestie sessuali di un figlio nei confronti del padre. Che cosa diavolo abbia detto? Davvero è possibile fare un film del genere? Con tutte le difficoltà del caso, Ari Aster ce l’ha fatta. Ha narrato la storia di famiglia come chissà quante altre, serena all’apparenza ma che nasconde nell’armadio scheletri enormi e spaventosi. E come suo solito ha realizzato un’opera pregna di contenuti e raccontata come solo lui sa fare. Trenta minuti sono sufficienti per arrivare a un dunque anche se le risposte alle tutte le domande che si pone lo spettatore sono scritte nel libro che nessuno leggerà mai.

Il silenzio è il grande male mostrato, la paura di confessare qualcosa di terribile, le ripercussioni da parte dell’aguzzino nei confronti della vittima, il timore di “sfigurare” di fronte al vicinato. Eloquente in tal senso il far finta di niente della madre ben conscia di cosa stia succedendo in famiglia, che tocca l’apice nella scena finale con Cocoon Man dato in pasto alle fiamme.



Forse non sapevate che...


Il film è stato girato come tesi di laurea all'AFI Conservatory, la scuola di specializzazione dell'American Film Institute. Essendo l’AFI un’industria cinematografica molto corretta, Aster ha pensato a quale potesse essere la cosa peggiore da presentare per poi renderla il più interessante possibile per attirare la loro attenzione

Le riprese sono durate in totale otto giorni

È possibile vedere facilmente il film su Youtube, anche in versione sottotitolata



Informazioni

 

Diretto da Ari Aster

 

2011

Billy Mayo (Sidney Johnson)
Brandon Greenhouse (Isaiah Johnson)
Angela Bullock (Joan Johnson)
Danièle Watts (Marianne)

 

A cura di Andrea Costantini



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