Puppet Master - Il burattinaio - La recensione

 


Il burattinaio dell’orrore Andre Toulon al suo esordio

 

1939. Il burattinaio Andre Toulon nasconde tutti i suoi pupazzi nell’intercapedine di un muro prima che i nazisti lo uccidano. I suoi pupazzi sono magici, animati da un rituale egizio in grado di rendere vive le cose inanimate. Giorni nostri. Un gruppo di sensitivi cerca di scoprire i rituali di Toulon recandosi nell’albergo ormai in disuso, nel quale è stato ucciso molti anni prima.


CinePaura pensa che...


Tra le centinaia di horror usciti negli anni ’80, uno di quelli che ha generato più seguiti è Puppet Master – Il burattinaio, ben sedici tra sequel, remake, spin off, eccetera. Il primo capitolo, quello di cui vi parliamo oggi, è stato diretto da David Schmoeller nel 1989 e introduce il personaggio di Andre Toulon, un burattinaio che ha scoperto come dare vita ai propri pupazzi tramite antichi rituali egizi.

Charles Band, autore della sceneggiatura nonché fondatore della casa di produzione Full Moon con la quale ha prodotto questo film, ha tratto evidentemente ispirazione da un lavoro da lui stesso prodotto un paio di anni prima, Dolls di Stuart Gordon. A differenza del film di Gordon, Puppet Master è più virato alle vicende tra i protagonisti sensitivi e come essi siano alla ricerca dei rituali piuttosto che dare spazio ai pupazzi assassini, parecchio interessanti (anche se meno spaventosi delle bambole di Gordon). In particolare va menzionato Blade, burattino nazista con un uncino al posto di una mano e una lama al posto dell’altra e Leech Woman, sensuale tentatrice che vomita sanguisughe.

Un film dal potenziale alto e lo si vede fin dall’inizio con i primi dieci minuti tesi in cui un paio di spie naziste arrivano al Bodega Bay Inn dove soggiorna André Toulon con lo scopo di ucciderlo. Solo che il potenziale non viene sfruttato nel migliore dei modi e il film non decolla proprio perché ci si accorge a pellicola inoltrata che i burattini non sono protagonisti, come ci lasciava intendere il prologo bensì delle comparse dell’ultimo atto.

Una buona storia mal sfruttata ma i pupazzetti killer sono destinati a continuare a uccidere negli anni a venire. E alcuni sono davvero fighi.



Forse non sapevate che...                

Le mani di Pinhead durante le scene in cui sferra i pugni sono quelle di Cindy Sorenson, una stunt woman affetta da nanismo

Il Bodega Bay inn era una miniatura, grossa più o meno come un frigorifero. Quando trovarono una location adatta, appesero il modello in aria e usarono giochi di prospettiva per far apparire l'hotel come se fosse realmente lì

Il pupazzo Blade aveva bisogno di cinque burattinai per i movimenti



Informazioni

Diretto da David Schmoeller

 

1989

Paul Le Mat (Alex Whitake)
William Hickey (Andre Toulon)
Irene Miracle (Dana Hadley)
Jimmie F. Skaggs (Neil Gallagher)

 

A cura di Andrea Costantini




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