Licantropi tutti italiani
In un collegio femminile in prossimità di un bosco una ragazza viene trovata morta, dilaniata da quelli che sembrano gli artigli di un lupo. La polizia brancola nel buio ma un professore giunto nel collegio da poco sostiene che si tratti di un caso di licantropia.
CinePaura pensa che...
Nel lontano 1961 il regista Paolo Heusch ha voluto dire
la sua nel cinema horror. Ai tempi il genere non era così in voga in Italia e,
se consideriamo che il primissimo horror tricolore risale a soltanto quattro
anni prima (I Vampiri di Riccardo Freda)
possiamo assumere che Lycanthropus
sia uno dei primi esempi di cinema di genere provenienti dal nostro bel paese.
Sicuramente, è il primo che parla di licantropi.
Siamo in un collegio femminile dove gli ormoni impazziti
costringono le ragazze a fuggire nottetempo dall’istituto per incontri
clandestini nella boscaglia limitrofa. Sfiga vuole che, proprio in quel bosco,
si aggiri un lupo responsabile di alcune morti. Lycanthropus è un buonissimo
esordio nel genere dove in primis vigono le regole del giallo più classico, con
continui depistamenti sull’identità del fantomatico lupo e accuse varie a tutti
i protagonisti della vicenda. Ma siamo in un horror, quindi non tarda a
sopraggiungere il sovrannaturale con annesse trasformazioni licantrope, ben
lontane dai fasti pirotecnici del lupo mannaro londinese (parliamo anche di
decenni dopo, eh) ma di tutto rispetto.
Un buon esempio di film di genere, girato con pochi
spicci ma con quel piacevole gusto horrorifico piccante che diventerà molto
marcato negli anni a venire. Da sottolineare un paio di uccisioni piuttosto
sanguinolente (da prendere con le pinze, considerando il periodo) con cadaveri
inquietanti dagli occhi spalancati.
Forse non sapevate che...
È il primo film sui lupo mannari prodotto in Italia
Il film è stato immesso sul mercato home video grazie a Cg Entertainment
Gli incassi in Italia sono stati pari a 115 milioni di lire
Negli Stati Uniti è uscito con il titolo Werewolf in a Girls' Dormitory
L’attrice
che interpreta Brunilde, Barbara Lass, è stata la prima moglie di Roman
Polanski. Sono stati sposati dal 1959 al 1962
Informazioni
Regia di Paolo
Heusch
1961
Barbara Lass (Brunilde)
Carl Schell (Julian
Olcott)
Luciano
Pigozzi (Walter)
A cura
di Andrea Costantini
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