Santa Sangre - La recensione

 


Il circo di Jodorowsky in un classico folle e grottesco

 

Fenix è rinchiuso in una clinica psichiatrica e ricorda il suo passato e tutti i traumi causati dalla sua famiglia di circensi. Orgo, il padre violento, e la madre Concha, leader spirituale di una setta adoratrice di una santa senza braccia. Una tragedia dietro l’altra portano Fenix al declino mentale.


CinePaura pensa che...

 

Scrivere una recensione in poche parole su un film di Alejandro Jodorowsky non è certo una cosa semplice. Jodorowsky è un cineasta da sempre fuori dagli schemi. I suoi capolavori La montagna sacra e El Topo sono due esempi tangibili di quanto la folle poetica del regista cileno possa essere unita al surrealismo, all’iconoclastia e all’onirico. Nel 1989 dirige Santa Sangre (letteralmente significa “sangue santo”) un altro classico del regista e drammaturgo, una vera e propria escursione nella follia, nella mente di un matto, nel sacro e sacrilego.

Un circo degli orrori con tutti i suoi canonici freaks e un bambino costretto a vedere troppo: il padre, violento traditore, e la madre, invasata adoratrice della santa senza le braccia (di eccezionale impatto la sequenza della rivolta della setta), lo portano in un turbine di follia dal quale è impossibile uscirne. Visivamente coloratissimo (con una preponderanza per il rosso) e inondato di musica dall’inizio alla fine, Santa Sangre è un viaggio complesso, disturbante e saturato di sangue, con decine di personaggi che si muovono in uno scenario grottesco e privo di regole. Un festival della pazzia disturbante che mostra come l’infanzia del protagonista precipiti nei più profondi baratri dell’inferno in un continuo viavai tra la realtà, l’immaginazione e la fiaba.

L’abilità del maestro Jodorowsky di mettere a disagio lo spettatore in ogni istante del film è eccezionale, riesce a coinvolgere facendo provare ribrezzo, riesce a commuovere con la sua poesia in situazioni al limite dell’estremo (vedi la morte dell’elefante), riesce a disgustare coi suoi personaggi luridi e senza alcun tipo di moralità. Un’opera sontuosa, un classico visionario e al tempo stesso intimo e teatrale. E come ogni cosa per così dire “diversa”, mirata a un pubblico ristretto di persone. I non amanti del genere abbandoneranno la visione dopo cinque minuti.



Forse non sapevate che...

La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a Roberto Leoni e Claudio Argento, fratello di Dario.

I figli de regista, Axel e Adan Jodorowsky interpretano Fenix (adulto e bambino)

Nel novembre 2019 è ritornato nelle sale italiane restaurato in 4K per celebrare il trentennale



Informazioni

 

Diretto da Alejandro Jodorowsky

 

1989

Axel Jodorowsky (Fenix)
Blanca Guerra (Concha)
Guy Stockwell (Orgo)
Thelma Tixou (la donna tatuata)
Sabrina Dennison (Alma)
Adan Jodorowsky (Fenix da bambino)

 

A cura di Andrea Costantini



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