La morte e la fanciulla - La recensione

 


Tre grandi attori in scena per una vicenda teatrale agghiacciante

 

In una non ben specificata nazione del sud America, Paulina, vittima di abusi e torture nel periodo dittatoriale del paese, vive reclusa in una casa a picco sul mare. Con lei il marito Gerardo, avvocato di successo facente parte della commissione per le indagini relative proprio ai fatti di quel periodo. Quando Gerardo rimane in panne con l’auto, il dottor Miranda, un gentiluomo, lo accompagna a casa e Paulina riconosce nell’uomo il suo aguzzino.


CinePaura pensa che...

 

Il poliedrico Roman Polanski in più di un’occasione, nella sua lunghissima carriera cinematografica, ha messo un gruppetto molto ristretto di persone in un ambiente ancora più ristretto e le ha costrette ad affrontare i propri problemi, vomitandosi addosso ogni tipo di problema o accusa. Questa situazione la si può vedere in La morte e la fanciulla, del 1994, tratto dall'omonimo dramma teatrale di Ariel Dorfman. Tre attori in scena, una casa abbarbicata su una scogliera a picco sul mare e un teatro in cui un’orchestra suona Schubert (che fa da sfondo a scambi di sguardi nell’incipit e nell’epilogo).

Un film pieno di avvenimenti e di angoscianti situazioni che non vengono mai mostrate sullo schermo ma soltanto raccontate da Sigourney Weaver e Ben Kingsley mentre Stuart Wilson assiste come impotente spettatore al declino di una situazione estremamente instabile. Dialoghi dai contenuti agghiaccianti e tre attori che reggono alla grande il gioco (Kingsley in particolare, superbo il suo monologo finale). Il ritmo non ne risente sebbene l’azione sia del tutto assente, la location cupa contribuisce a rendere la vicenda morbosa, questo anche grazie a una regia non invadente del grande Roman.

Ogni episodio del terribile passato di Paulina è lasciato all’immaginazione dello spettatore, che vive una situazione di confusione analoga a quella dell’avvocato Escobar: chi dei due sta dicendo la verità, sua moglie oppure quel gentile sconosciuto che lo ha aiutato in una notte di tempesta? Polanski è una garanzia dietro la macchina da presa. Ma questa non è certo una novità.



Forse non sapevate che...

Sigourney Weaver ha dichiarato che il regista Roman Polanski a volte sparava a caso con una pistola per ottenere le espressioni più genuine di paura dal cast

Roman Polanski avrebbe voluto come protagonisti Anjelica Huston e Jack Nicholson

La nazione in cui è ambientato il film non viene menzionata. Tuttavia ci sono alcuni elementi che lasciano credere si tratti del Cile. Oltre ai fatti narrati che possono essere facilmente attribuibili alla nazione, nel film è possibile vedere un poster appeso in casa di Paulina con scritto Neruda e una mazzetta di banconote (pesos cileni)



 

Informazioni

 

Diretto da Roman Polanski

 

1994

Sigourney Weaver (Paulina Lorca Escobar)
Ben Kingsley (Dr. Roberto Miranda)
Stuart Wilson (Gerardo Escobar)


A cura di Andrea Costantini



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