L'apparenza delle cose - La recensione

 


Scheletri nell’armadio e spiriti per una coppia in crisi

 

Catherine è una restauratrice d’arte di città che vive con il marito George, insegnante, e la figlioletta Franny. Quando George ottiene una cattedra nel college di Chosen, un paesello di campagna sperduto nel nulla, la famiglia abbandona la città per muoversi in una casa immersa nel verde. Catherine è riluttante a lasciare il caos della metropoli ma pare che a George interessi soltanto il suo lavoro. Nella casa nuova, inoltre, pare ci siano delle presenze che si manifestano la notte tormentando la donna e la bambina. Ma che cosa vogliono davvero comunicare queste presenze?


CinePaura pensa che...

Tratto dall’omonimo romanzo omonimo di Elizabeth Brundage, L’apparenza delle cose approda nel catalogo di Netflix a partire dalla fine di aprile.

Un film che sotto diversi aspetti ricorda un Robert Zemeckis del 2000, Le verità nascoste. Una coppia in una grande casa, un lago che pian piano diventa importante, un marito che non la conta giusta e spiriti che vogliono comunicare qualcosa. Se per questi aspetti i due film si somigliano (non solo, somigliano anche a molte altre pellicole con spiriti che si aggirano in casa tra uno scheletro nell’armadio e l’altro) L’apparenza delle cose vira prepotentemente sul metaforico nell’ultima parte, della quale non vorremmo parlare per non incappare in spiacevoli spoiler.

Da molti giudicato negativamente in quanto troppo criptico, il film della coppia Berman/Pulcini fonda le sue radici sul difficile e inspiegabile concetto di passaggio nell’aldilà, la vita dopo la morte, spiriti buoni e spiriti cattivi e la chiave di lettura del film sta nel dipinto che spesso appare sullo schermo, dove un uomo fissa una croce luminosa in uno scenario a dir poco angosciante. Il cast è composto da una coppia di attori in gran forma, Amanda Seyfried e James Norton, marito e moglie tanto in alchimia nel lavoro quanto poco funzionali come coppia sullo schermo.

In bilico costante tra il drammone coniugale e la più classica delle ghost story, il film non spaventa e non sorprende ma intriga e appassiona per il suo aspetto da mistery story, nonostante la durata eccessiva (due ore per una storia del genere sono troppe). È un capolavoro? Assolutamente no. È da buttare come dicono in molti? Assolutamente no. Senza ombra di dubbio, c’è in giro molto di peggio.



Forse non sapevate che...

Kathy e George sono gli stessi nomi dei protagonisti di Amityville Horror

Amanda Seyfried si è aggiudicata una nomination agli Oscar 2021 per il suo ruolo di Marion Davis in Mank

I registi Shari Springer Berman e Robert Pulcini sono spostati dal 1994

 


Informazioni

 

Regia di Shari Springer Berman e Robert Pulcini

 

2021

 

Amanda Seyfried (Catherine)
James Norton (George)
Natalia Dyer (Willis)
Rhea Seehorn (Justine)
Alex Neustaedter (Eddy Lucks)
F. Murray Abraham (Floyd DeBeers)

 

A cura di Andrea Costantini



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