Lords of Chaos - La recensione


Black metal e tanta violenza per una storia vera che mette i brividi

Regia di Jonas Åkerlund

2018

Rory Culkin (Euronymous)
Emory Cohen (Varg)
Anthony De La Torre (Hellhammer)
Sky Ferreira (Ann-Marit)
Jack Kilmer (Dead)
Valter Skarsgård (Faust)


Trama

Anni ’80. Un giovane chitarrista che si fa chiamare Euronymous fonda una band black metal chiamata Mayhem. La sua poetica è anticonformista e volta al male puro. Viene contattato da un cantante perfetto per il gruppo, uno che si fa chiamare Dead. È talentuoso ma autolesionista, necrofilo e depresso. I live diventano stratosferici con Dead che lancia teste di maiale sul pubblico e si apre le braccia con cocci di bottiglia. Ma poi Dead si suicida nel peggiore dei modi e nella vita di Euronymous e dei Mayhem arriva un nuovo ragazzo. Si chiama Kristian Vikernes ma da tutti si fa chiamare Varg. Ha talento ed è membro unico della sua band, Burzum. Il suo rapporto con Euronymous è di iniziale rispetto ma quando Varg scopre che il chitarrista è molte chiacchiere e pochi fatti, comincia in autonomia a seminare il panico in Norvegia, bruciando tutte le chiese cristiane e innescando una serie di eventi che porteranno lui, Euronymous e i Mayhem su tutte le prime pagine di cronaca.



CinePaura pensa che...

Tratto da una storia vera. Potrebbe esserci qualcosa di più terrificante come incipit? Soprattutto quando la storia vera in questione riguarda un gruppo di ragazzi che trasformano la loro passione per la musica in qualcosa di malato e pericoloso. Lords of Chaos è la vera storia di Øystein Aarseth, per gli amici Euronymous, chitarrista e fondatore dei Mayhem nonché padrino della scena metal norvegese, ucciso con ventitré coltellate dal suo amico e collega Varg Vikernes. Quindi Lords of Chaos è film biografico che narra uno dei fatti più sconvolgenti nella storia della musica metal? Non solo. Parla di una passione che va oltre la concezione umana, parla di musica come deviazione mentale e modo sbagliato di vivere, parla di delinquenza e violenza nella musica e parla della follia che essa ha generato nelle teste distorte dei membri della band. Adorazione di Satana, autolesionismo, suicidi, omicidi e una sfilza di chiese cristiane bruciate nella notte. E poi c’è lui, un uomo che non ha bisogno di troppe presentazioni per gli amanti del black metal e della cronaca nera: Kristian Vikernes, meglio conosciuto come Varg e Count Grishnackh, ma ancora meglio noto come Burzum. Il film è appunto focalizzato sul suo rapporto con Euronymous, che inizia come una fattiva collaborazione e termina nel più terrificante dei modi. Un film potente, di vero impatto visivo (le chiese che bruciano nella notte mettono i brividi) e interpretato benissimo dai due protagonisti, Rory Culkin (Euronymous) e Emory Cohen (Varg). Consigliato a tutti coloro che amano la musica estrema e i fatti di cronaca nera ma che al tempo stesso non si lascino facilmente impressionare da una storia realmente accaduta che mette la pelle d’oca.



Forse non sapevate che...

Il 16 maggio 1994 Varg Vikernes venne condannato a 21 anni di carcere per l'omicidio di Øystein Aarseth, il rogo di tre chiese, e per il possesso illegale di 150 kg di esplosivo e di varie armi. Blackthorn, che aveva atteso in macchina ed era all’oscuro dei piani di Varg, fu condannato a 8 anni di carcere. Varg ha continuato a comporre musica anche in carcere

Nel film viene mostrato Euronymous sempre con una sigaretta in mano. Nella realtà era un non fumatore. Era tuttavia un gran bevitore di Coca Cola e la sua passione è mostrata spesso nel film

Il regista Jonas Åkerlund è stato il batterista della band Bathory, tra le fondatrici della scena black metal norvegese. Quando la musica balck è diventata troppo seria ha abbandonato la musica per diventare un film-maker

Il regista ha asserito di aver messo poca musica black metal nella colonna sonora in quanto troppo dolorosa, se non abituati ad ascoltarla

A cura di Andrea Costantini



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