Incantation - La recensione

 



L’horror taiwanese di maggior successo di sempre

 

Ronan è una ragazza venuta in contatto con una maledizione mentre era incinta. La figlia Dodo nasce e viene affidata in un orfanotrofio, in modo che Ronan potesse trovare aiuto psichiatrico per ciò che ha visto. Sei anni più tardi la donna decide di riprendersi la figlia e portarla a casa ma strane presenze cominciano a manifestarsi e la piccola mostra i sintomi di una brutta malattia.


CinePaura pensa che...

Ormai il filone del found footage è talmente inflazionato che quasi si alzano gli occhi al cielo quando si legge “il nuovo mockumentary che ha terrorizzato bla bla bla”. Detto ciò, quello di cui vi stiamo per parlare è, indovinate un po’? Bravissimi, un nuovo found footage. Incantation arriva da Taiwan, dove è stato campione di incassi e ha terrorizzato la maggior parte degli spettatori. Diretto da Kevin Ko, il film uscito sulla piattaforma Netflix se dobbiamo dire la verità, non è un vero e proprio found footage.

Per scelta o per incapacità della regia, questo non è dato saperlo però è assai improbabile che una madre riprenda da più angolazioni e con diversi dispositivi la figlia che sta morendo. Ma non fa nulla, facciamo finta che sia tutto voluto e che non ci sia nessuna svista nella regia. Veniamo alla storia. Si parla di una maledizione, anzi, è proprio la protagonista che ce ne parla, coinvolgendo noi spettatori nel suo tormento e raccontandoci con la dovuta calma ciò che è successo in quel maledetto tunnel sei anni prima. La vicenda si muove con difficoltà su piani temporali diversi, nel presente e nel passato, e inserisce momenti di terrore che faticano a trovare una collocazione nella sceneggiatura. E sono tanti, questi momenti ma il loro difficile inquadramento nel complesso fa solo sobbalzare sul divano invece di provocare vero terrore.

Sembrava dall’incipit che l’intenzione fosse virare verso il film psicologico ma l’orrore più classico di stampo orientale ha preso il sopravvento dopo pochi minuti. Presenze da accompagnare fuori dalla porta per mano, rune che appaiono sulle persone e spaventose statue senza faccia. Ma che cosa diavolo c’è nel tunnel e quale tabù è stato violato? Dovrete vedere il film fino alla fine per scoprirlo. E in effetti il tunnel e il fatiscente luogo in cui esso si colloca sono la parte più inquietante del film. Per il resto un horror pieno di scene terrificanti sconnesse che spaventa il neofito (oh, neofita mio, tu sì che ti cagherai sotto), ma l’orrorofilo incallito temerà la maledizione soltanto fino a un certo punto.



Forse non sapevate che...

Ha incassato circa 170 milioni di dollari taiwanesi diventando il miglior incasso del 2022 nonché l’horror taiwanese di maggior successo di sempre

È stato distribuito a livello mondiale su Netflix

Il film è ispirato a una storia vera avvenuta nel 2005 in cui sei persone dichiararono di essere possedute da una maledizione


Informazioni

 

Regia di Kevin Ko

 

2022

Tsai Hsuan-yen (Li Ronan)
Huang Sin-ting (Dodo)
Kao Ying-hsuan (Ming)
Sean Lin (Dom)
RQ (Wen Ching-yu) (Yuan)
 

A cura di Andrea Costantini



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