Titane - La recensione

 


La spiazzante Palma D’Oro del 2021

 

Alexia è una bambina in viaggio con suo padre. L’auto esce di strada e la piccola finisce in ospedale, dal quale ne esce con una placca di titanio nella testa. Alexia ora è adulta, fa la ballerina in un club di motori ed è una star. Ma Alexia sta cambiando, o meglio, sta mutando. La sua strada incontrerà quella di un vigile del fuoco, il cui figlio è scomparso anni prima, con conseguenze devastanti per entrambi.



CinePaura pensa che...

Julia Ducournau si era già messa in luce con Raw, film del 2016 mescolava sapientemente cannibalismo e sessualità, riuscendo nell’intento di infilarsi sotto pelle e rimanerci per giorni. Nel 2021 tenta di bissare con Titane azzeccandoci in pieno perché il suo lavoro si porta a casa uno dei più ambiti premi di tutti i premi del mondo, nientepopodimeno che la Palma D’Oro a Cannes. Mica cosa da poco per un film che rientra in pieno nel filone del body horror, non credete? Ora si sa che David Cronenberg è il papà del body horror ma non per forza tutti i body horror debbano per forza essere figli di Cronenberg. Però Titane lo è senza troppo nasconderlo e la Ducournau omaggia in particolare uno dei film più estremi del regista canadese, Crash del 1996. Siamo in un territorio fetish, dove corpi e metallo si fondono insieme, donne e macchine si accoppiano

Ma la mutazione è un pretesto per raccontare la storia di due esseri umani agli estremi. Una ragazza mezza donna mezza macchina a causa della placca di titanio che le è stata inserita nel cranio da bambina e un vigile del fuoco, distrutto dalla scomparsa del figlio, dall’abuso di anabolizzanti e dalla dedizione al lavoro. Esseri estremi nei comportamenti, nel modo di reagire al proprio passato, nella sessualità messa in dubbio di continuo. Entrambi tentano di sfuggire da qualcosa ma rimangono intrappolati in loro stessi. Non si prova pena per loro, né compassione. Alexia e Vincent sono due antieroi a cui non ci si affeziona.

Titane sebbene sia figlio di Cronenberg, è qualcosa che non si era mai visto prima. Un film spiazzante ma tutt’altro che privo di senso. La Ducournau ha le idee chiare, sa quello che vuol far vedere e non vedere. Vuole spiazzare senza giochetti emotivi sbattendo in faccia al pubblico uno spettacolo freddo ma straziante, esagerato nel concepimento ma sempre con i piedi per terra. Il corpo di Alexia-Adrien che muta in continuazione è straziante ma il risultato finale è talmente freddo che non passa alcun tipo di sentimento. Sconsigliato per una serata tra amici, consigliato per assistere a uno spettacolo diverso.



Forse non sapevate che...

Durante la cerimonia di premiazione e a causa di un errore di pronuncia francese, Spike Lee ha anticipato erroneamente che il film avrebbe vinto la Palma D’Oro

La Ducournau è la seconda regista donna ad aver vinto il prestigioso premio. La prima è stata Jane Champion nel 1993 con Lezioni di piano

Alexia e Justine erano i nomi anche delle protagoniste del suo primo film, Raw

Alla sua premiere a Cannes ha ricevuto una standing ovation di nove minuti

È disponibile in home video nella collana Limited Edition di Midnight Factory. La stessa Midnight lo ha reso disponibile anche in versione steel book super limited edition con tiratura 190 copie. È acquistabile sul sito Fan Factory



 

Informazioni

 

Diretto da Julia Ducournau

 

2021

Vincent Lindon (Vincent)
Agathe Rousselle (Alexia)
Garance Marillier (Justine)
Laïs Salameh (Rayane)

 

A cura di Andrea Costantini



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