Old - La recensione

 


Shyamalan e lo scorrere del tempo

 

Guy e Prisca, insieme ai figli, si recano in vacanza in una zona tropicale in un hotel lussuoso. Su consiglio del direttore del resort, insieme ad altri ospiti, si recano in una spiaggia sconosciuta al mondo e rinchiusa in una riserva. A prima vista sembra il paradiso ma pochi minuti dopo il loro arrivo il cadavere di una donna affiora dalle acque. Confusi dal ritrovamento, si rendono conto che c’è qualcosa che non va. Il tempo su quella spiaggia scorre in maniera diversa e ogni tentativo di andarsene sembra essere vano.


CinePaura pensa che...

Chi non vorrebbe trascorrere una vacanza in un posto da sogno? Hotel lussuoso, mare da favola, cocktail con l’ombrellino e cibo a volontà. Ma come in tutti i film del geniaccio M.Night Shyamalan c’è qualcosa che non quadra e in questo caso è il tempo. Old, l’ultima fatica del regista indo americano, è ispirata alla graphic novel francese Chateau de Sable di Pierre-Oscar Levy, in cui un gruppo ristretto di persone dopo essere state contattate per una vacanza, si ritrovano su una spiaggia da sogno in cui però c’è qualche problemino con lo scorrere del tempo. Siamo in pieno stile Shyamalan, sia per messa in scena che per narrazione con tanto di plot twist finale, ormai un vero e proprio marchio di fabbrica dell’autore.

Old potrebbe essere quasi paragonato a uno slasher in cui la natura e il tempo sono gli assassini mascherati e gli ignari ospiti dell’idilliaca spiaggia le vittime che non riescono a comprendere ciò che accade loro intorno, se non che la morte li attanaglia mordendogli le caviglie come un lupo famelico. Le situazioni che si presentano sulla spiaggia potrebbero far storcere il naso ai puristi della credibilità, alcune sono addirittura spinte così al limite da risultare quasi grottesche. Sono poi molte le domande che ci si pone durante la visione, in merito agli effetti che l’inesorabile scorrere del tempo ha sui corpi dei protagonisti.

Però Old non è solo un film dell’orrore fine a se stesso volto a tormentare la mente e i corpi dei personaggi per mero divertimento bensì una riflessione sullo scorrere del tempo e sull’onnipresente fantasma della morte. Shyamalan costruisce come al suo solito personaggi con back story complicate, famiglie in difficoltà e bambini messi di fronte a una realtà spaventosa. La tensione è crescente e la regia è da manuale con un uso intelligente di carrellate, panoramiche e fuori campo. Il motto di Shyamalan è “stupire” e, sebbene ci siano delle lungaggini e ripetizioni nella parte centrale, anche questa volta riesce nell’intento.



Forse non sapevate che...

Shyamalan ha ricevuto in regalo una copia della graphic novel Chateau de Sable dalle figlie. Rimasto colpito dalla storia, ne ha acquistato i diritti per farne il film

Uno dei film di riferimento per il regista è stato L’angelo sterminatore di Luis Buñuel del 1962 in cui un gruppo di persone, per ragioni sconosciute, non riuscivano a lasciare la casa in cui si teneva una festa

Durante il lockdown il regista ha lavorato per dodici settimane via Skype allo storyboard con i suoi collaboratori

È stato girato nella Repubblica Dominicana

Il medico continua a pensare a un film in cui Jack Nicholson e Marlon Brando sono protagonisti ma non gli viene in mente il titolo: è Missouri del 1976


Informazioni

 

Diretto da M.Night Shyamalan

 

2021

Gael García Bernal (Guy)
Vicky Krieps (Prisca)
Rufus Sewell (Charles)
Ken Leung (Jarin)
Nikki Amuka-Bird (Patricia)

 

A cura di Andrea Costantini



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