In Fabric - La recensione


 Un abito rosso molto particolare

 

Sheila è una donna divorziata che vive con Vince, il figlio ormai grande e sessualmente fin troppo attivo, cerca l’anima gemella negli incontri online e ha una vita non proprio entusiasmante. Per uno dei suoi incontri acquista un vestito rosso ai saldi. Da quel momento in poi strane cose cominciano ad accadere, come la lavatrice che all’improvviso si autodistrugge e sogni assurdi in cui sono presenti le commesse del negozio e manichini. Attribuendo la colpa di tutto ciò all’abito, decide di restituirlo ma non riesce.


CinePaura pensa che...

Un vestito in grado di uccidere. Detta così non sembra una cosa spaventosa e nemmeno una storia che può funzionare. Eppure l’ultimo lavoro di Peter Strickland, nella sua logica delirante ha un suo perché. Ma come fa questo vestito a uccidere? Eh, mica ve lo sveliamo altrimenti vi roviniamo la sorpresa. Una donna che vuole di nuovo sentirsi bella acquista un abito di uno di quei rossi che fanno male agli occhi. Lo indossa e si sente subito bella ma attorno a lei cominciano a succedere cose strane, come lavatrici impazzite o datori di lavoro che si inventano richiami assurdi. Se ci mettiamo anche il vestito stesso che prende vita e aleggia per la casa come fosse un fantasma, manichini che sanguinano dalle parti intime e streghe commesse con la propensione al dialogo filosofico, il gioco weird è fatto.

Qualcuno nel web lo ha definito come una versione di Suspiria in un grande magazzino. Sebbene sia sacrilego accostare il capolavoro di Argento alla quasi totalità degli horror in circolazione, il paragone può essere azzeccato. Strickland non nasconde nella messa in scena una propensione al cinema di quegli anni, in particolare a quello italiano (di Argento, appunto ma non solo), con luci artificiali coloratissime, sangue rosso posticcio, colonna sonora ipnotica e siparietti in vecchio stile, lisergici e ipnotici. Un film atipico, sia per contenuti che per scrittura. Durante la visione è difficile capire se ciò che si sta vedendo sia grottescamente comico o spaventoso, forse entrambe le cose.

La sceneggiatura poi è il punto cardine di tutto con un twist oltre la metà che stravolge quanto visto, con una svolta così imprevedibile da sembrare quasi casuale, non tanto per lo sviluppo della trama quanto per il concetto stesso di sceneggiatura. Non diciamo di più perché la svolta è spiazzante. Vedere per credere. In ogni caso un film che fa dell’imperfezione e della casualità il suo punto di forza perché a visione completata si continua a pensare alla frase “ma che cazzo ho appena visto?”. Sarà anche pieno di difetti ma ci sentiamo di consigliarlo.



Forse non sapevate che...

Nel catalogo il colore del vestito è rosso arterioso

Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un livello di 91% di recensioni positive

Gwendoline Christie, che nel film interpreta Gwen, è nota al mondo per aver interpretato Brienne di Tarth nel serial cult Il Trono di Spade



 

Informazioni

 

Diretto da Peter Strickland

 

2018

Marianne Jean-Baptiste (Sheila Woolchapel)
Hayley Squires (Babs)
Leo Bill (Reg Speaks)
Gwendoline Christie (Gwen)
Julian Barratt (Stash)


A cura di Andrea Costantini



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