Ballata macabra - La recensione

 


Un caposaldo delle case maledette


La famiglia Rolf si trasferisce in una villa isolata per passare le vacanze estive. Sebbene la casa sia enorme e con una bella piscina, il costo dell’affitto è molto contenuto. Il motivo sta nel fatto che la casa non è disabitata e gli inquilini si dovranno prendere cura dell’anziana signora che vive nell’attico, portandole il pranzo e la cena. Solo che dal giorno stesso del trasferimento tutti i membri della famiglia cominciano a comportarsi in maniera anomala e pericolo.


CinePaura pensa che...

Uno dei film simbolo incentrati sulle case stregate è senza ombra di dubbio Ballata macabra, diretto da Dan Curtis (autore del celebre Trilogia del terrore) nel 1976. Un film che il pubblico ha snobbato nel corso del tempo ma che molti autori, al contrario, hanno scelto come esempio da seguire nella realizzazione di film incentrati sulle abitazioni maledette (la saga di Amityville, per citarne uno).

Ballata macabra racconta una storia che noi esseri umani del 2022 abbiamo visto centinaia di volte sullo schermo ma che nel lontano 1976 non era così inflazionata, uno degli archetipi più sfruttati nel genere che tutti noi amiamo. La vicenda è tra le più semplici: una famiglia si trasferisce per le vacanze in una villa enorme in cui accadono le peggio cose. La casa stregata nel senso più classico del termine.

Sebbene non venga mostrata la minaccia, nella casa in cui si trasferiscono i Rolf la minaccia è tangibile in ogni angolo. Incubi in un cui un inquietante becchino porta notizie di sventura, inspiegabili eventi che mettono a repentaglio la vita degli inquilini e la misteriosa anziana che vive segregata nella sua stanza, nascosta agli occhi di tutti tranne a quelli di Karen Black, che la accudisce e la nutre in maniera ossessiva. Tutti elementi che rendono il film un crescendo di tensione che non soccombe sotto il peso degli anni passati (quasi cinquanta, ormai). Un ottimo lavoro di regia e sceneggiatura quello di Curtis ma non solo, aiuta anche il cast di tutto rispetto con Oliver Reed, Karen Black e una sempre magnifica Bette Davis.



Forse non sapevate che...

Il film ha vinto tre Saturn Awards come miglior film horror, miglior regista a Dan Curtis e miglior attrice a Bette Davis

È tratto dal romanzo Burnt Offerings di Robert Marasco

Il personaggio del becchino non è presente nel libro ma aggiunto da Curtis in base a una sua esperienza reale. Da bambino, al funerale della madre, ha visto uno dei becchini sorridere in maniera diabolica e l’esperienza lo ha traumatizzato

Bette Davis odiava Oliver Reed. Alla fine delle riprese ha detto che è stato “uno degli esseri umani più ripugnanti che abbia mai avuto la sfortuna di incontrare”

La casa usata nel film esiste davvero. È situata a Oakland, California ed è soprannominata Dunsmuir House. è stata utilizzata come location anche per Little Girls Blue (1978), Fantasmi (1979), 007 - Bersaglio mobile (1985), L'immortale (1989), Mia moglie è una pazza assassina? (1993) e Fino a prova contraria (1999)

Si tratta di uno degli horror preferiti da Stephen King


Informazioni

 

Diretto da Dan Curtis

 

1976

Karen Black (Marian Rolf)
Oliver Reed (Ben Rolf)
Bette Davis (zia Elizabeth)


A cura di Andrea Costantini



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