Squid Game - La recensione

 


Gioco al massacro, tensione alle stelle e ascolti da record

 

Seong Gi-hun è un uomo divorziato ed indebitato fino al collo. Ha una figlia che non riesce a gestire e vive con la madre, che lo sostiene economicamente. Viene a contatto con un tizio in metropolitana che gli offre una possibilità, donandogli un biglietto da visita con un numero di telefono. Gi-hun, che non è in grado di resistere alle tentazioni, telefona e partecipa al gioco che gli viene proposto. La sfida prevede oltre quattrocento partecipanti, tutti con problemi economici, che devono sfidarsi tra di loro in sei prove che non sono altro che sei diversi giochi da bambino. Chi vince tutte le sfide si porta a casa la stratosferica cifra di quarantacinque miliardi di won, chi perde invece muore.


CinePaura pensa che...

Possiamo dirlo? Direi di sì. Squid Game è la serie tv del 2021. È stata vista milioni di persone, alcune entusiaste del risultato, altre indignate da cotanta violenza. In alcuni casi sono nate petizioni per la sua rimozione da Netflix e banditi i costumi nelle feste in maschera. Ma Squid Game è davvero così tremendo come dicono? No, affatto, però è una gran bella serie. Nulla di nuovo sotto il sole, considerando che uno dei gioielli del genere (Battle Royale) risale a vent’anni fa nonché il proliferare di film ambientati in scenari distopici degli ultimi anni in cui basta che respiri male e vieni ucciso-mangiato-recluso a vita.

Siamo in Corea del Sud e c’è una scappatoia per persone disperate, sommerse dai debiti e bramose di denaro. Non devono far altro che prendere il telefono, seguire le istruzioni e partecipare ai giochi da bambini. Proprio così , giochi da bambini. Solo che bisogna essere bravi perché chi perde muore ma chi vince diventa ricco, anzi no, straricco. Come accennavamo, non c’è nulla di nuovo sotto il cielo ma anche una lasagna mangiata tutte le domeniche non è una novità ma è pur sempre una lasagna. E Squid Game, possiamo dirlo, è una signora lasagna con il ragù della nonna.

La vicenda si districa in nove puntate che variano di lunghezza, tra trenta a sessanta minuti, in cui il ritmo non manca mai. Vengono presentati dei personaggi ben delineati, fastidiosi come pochi che non fanno altro che rendersi ancora più fastidiosi con lo scorrere dei minuti. E poi ci sono i giochi (non vi sveleremo quali sono perché è parte del tutto scoprire quali siano in anticipo per sopravvivere) ed è in queste scene che la serie decolla con un crescendo di tensione pazzesco. Si suda freddo assieme ai concorrenti e l’esito non è sempre scontato.

Oltre al divertimento puro, c’è la struttura messa in piedi, con tanto di organizzazione definita da simboli, anonimato e maschere varie, semplici regole e referendum, e il tutto funziona alla grande. Una serie di meritato successo piena di pregi che ha forse un leggero punto debole nel finale, dove il colpo di scena messo in piedi (a parere di chi scrive) poteva essere evitato per lasciare il tutto nel mistero. Intrattenimento di alto livello con elevato tasso di violenza e intelligenza.



Forse non sapevate che...

Squid Game significa letteralmente “gioco del calamaro” ed è un gioco diffuso in Corea

Nei primi 28 giorni di programmazione su Netflix è stato visto da 111 milioni di persone

L’attore Oh Yeong-su (che nella serie interpreta il numero 001) ha vinto il Golden Globe come miglior attore non protagonista in una serie. Altre due candidature sono andate a Lee Jung-jae (attore protagonista) e miglior serie drammatica, però non vincendo i premi

In Corea del Sud i numeri telefonici sono composti da dieci numeri mentre quello presente sul biglietto da visita ne ha soltanto otto. Tuttavia componendolo, in automatico viene aggiunto il prefisso portando il numero a dieci cifre trasformandolo in un numero reale che, pare, sia stato chiamato circa 4000 volte al giorno

Gli oggetti presenti nei parchi giochi sono volutamente enormi per far sentire i concorrenti come bambini


Informazioni

 

Diretto da Hwang Dong-hyuk

 

2021

Lee Jung-jae (Seong Gi-hun n. 456)
Park Hae-soo (Cho Sang-woo n. 218)
Wi Ha-joon (Hwang Jun-ho)
Jung Ho-yeon (Kang Sae-byeok n. 067)
Oh Yeong-su (Oh Il-nam n. 001)
Heo Sung-tae (Jang Deok-su n. 101)


A cura di Andrea Costantini



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