L'ultima casa a sinistra - La recensione


Esordio alla regia per Wes Craven, caposaldo del genere rape&revenge

Regia di Wes Craven

1972

Sandra Peabody (Mary Collingwood)
Lucy Grantham (Phyllis Stone)
David Hess (Krug Stillo)
Fred J. Lincoln (Fred "Faina" Podowski)
Jeramie Rain (Sadie)
Gaylord St. James (Dott. John Collingwood)


Trama

Mary ha appena compiuto diciassette anni e sta uscendo a festeggiare con l’amica Phyllis. Le due ragazze si avvicinano a un balordo chiedendo se ha un po’ di erba da vendere. Il ragazzo, un tossico, le porta nell’appartamento dove ad attenderle ci sono altri due uomini e una donna, evidentemente criminali, tra cui lo spietato leader Krug. Le ragazze vengono malmenate e rapite, portate nel bosco e brutalmente stuprate e uccise. Quando i criminali cercheranno riparo nella casa della famiglia di Mary, i suoi genitori, borghesi perbene, metteranno in atto una tremenda e sanguinosa vendetta in nome della figlia.



CinePaura pensa che...

Il primissimo film di Wes Craven corrisponde al capostipite del genere rape&revenge (ovvero stupro e vendetta), un sottogenere dell’horror in cui povere e innocenti ragazze vengono stuprate e torturate scatenando poi le ire della famiglia che si vendica in maniera esemplare ed esagerata nei confronti degli aguzzini. Ispirato al capolavoro di Ingmar Bergman del 1960 La fontana della vergine, l’esordio di Wes Craven segna un profondo cambiamento nel modo di fare horror aprendo anche il dibattito sulla violenza mostrata sullo schermo. Oggi siamo abituati a efferatezze di ogni tipo ma ritornando con la mente a quasi cinquant’anni fa, vedere ragazze violentate, pestate e mutilate da una banda di grezzi e fastidiosi balordi, non poteva far altro che suscitare ribrezzo, disgusto e domande. Violenza gratuita, analisi della società borghese che critica la violenza per poi espletarla dieci volte tanto oppure una società in pieno cambiamento? Forse tutte queste cose insieme oppure nessuna di esse ma resta il fatto che Craven dirige un film violentissimo e crudo, girato con due spicci ma con la voglia di cambiare il modo di fare cinema. Irritante, disgustoso e recitato molto bene (i cattivi soprattutto, in particolare David Hess nel ruolo cult di Krug Stillo) nel quale si trovano siparietti (per modo di dire) comici, perlopiù dati dai poliziotti, inutili e pasticcioni, inseriti per stemperare la tensione. Caposaldo del genere, fastidioso ancora oggi. Da vedere.



Forse non sapevate che...

Il primo titolo del film fu Night of Vengeance, cambiato poi in Sex Crime of the Century a Krug & Co, per poi divenire definitivamente L’ultima casa a sinistra

La frase di lancio de L’ultima casa a sinistra era “Se non volete svenire dovete continuare a ripetere ‘è solo un film’, ‘è solo un film’, ‘è solo un film’”

La versione italiana ha la durata di 81 minuti mentre quella non censurata dura 91 minuti

Nella versione originale Junior è figlio di Krug, mentre nella versione doppiata in italiano è solo un complice

Il sangue è stato creato con un mix di coloranti alimentari rossi e blu e sciroppo al caramello. L’effetto è molto più realistico rispetto al sangue presente nei film dell’epoca

Pare che l’attrice Sandra Peabody (che interpreta Mary Collingwood) fosse talmente spaventata che decise di abbandonare le riprese. Fu poi convinta a tornare e terminare il film

A cura di Andrea Costantini



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