Skinamarink - La recensione

 


L’horror sperimentale che ha terrorizzato mezzo mondo

Due bambini sono in casa loro, di notte. La televisione è sintonizzata su vecchi cartoni animati e i loro genitori non ci sono, sono andati via. Le cose in casa cominciano a sparire e una voce cupa proveniente dalla buio della casa chiama i piccoli, costringendoli a fare cose orribili.


CinePaura pensa che...

 

Ha terrorizzato mezzo mondo ma l'altra metà? È chiaro che l’opera di Kyle Edward Ball è qualcosa di sperimentale. E come tale, non è certo indirizzato al grande pubblico. Quindi è inevitabile che un film come Skinamarink divida le platee in due: coloro che ne escono provati e terrorizzati e coloro che lo paragonano alla celebre Corazzata di fantozziana memoria. La visione non è delle più semplici, anzi è qualcosa di parecchio complesso, anche se dalla trama non si direbbe. Due bambini rimangono soli a casa di notte. I genitori sono spariti e, con essi, cominciano a sparire anche alcune parti della casa. Ma c’è qualcosa al piano di sopra o forse a quello di sotto, non si sa. Qualsiasi cosa sia, fa paura.

La trama, raccontata così, è intrigante ma come abbiamo detto, Skinamarink è qualcosa di sperimentale e ora vi raccontiamo in che modo. Per tutta la durata del film, ben un’ora e quaranta minuti, vediamo sullo schermo solo stralci di casa avvolta dalle tenebre mentre i due piccoli protagonisti agiscono fuori campo, non li vediamo mai e pronunciano soltanto alcune parole, a volte sono terrorizzati, a volte giocano, a volte semplicemente stanno in silenzio. Il regista gioca con lo spazio e con il tempo, entrambi dilatati all’inverosimile. La casa si trasforma in un inferno perpetuo e buio in cui i due piccoli protagonisti sono intrappolati insieme ai loro giocattoli, senza i genitori e con un sottofondo di vecchi cartoni animati. Ma come dicevamo poco fa, è difficile definirlo cinema, più appropriato sarebbe esperimento e come tale in campo horror, l’attenzione gliela si dovrebbe concedere.

Ma non tutte le ciambelle escono col buco e Skinamarink non ha nemmeno la forma rotonda del dolce in questione. Il motivo risiede principalmente nella durata. Un’ora e quaranta di nulla assoluto sono estenuanti. La resa della casa buia è angosciante e la voce oscura (davvero oscura) che minaccia i bambini ha il suo valido perché ma nient’altro. Se avesse avuto una durata di quindici minuti allora avrebbe avuto qualcosa da dire ma un’ora e quaranta è una forzatura nei confronti dello spettatore.



Forse non sapevate che...              

Il titolo proviene dalla canzone per bambini “Skidamarink”. Il regista Kyle Edward Ball ha leggermente cambiato il titolo per paura che i bambini incappassero nel suo film durante le ricerche in rete della canzoncina

A causa di un problema tecnico durante un festival del cinema online, il film è diventato scaricabile e virale nel giro di poco tempo, diventando un fenomeno da social media

In totale vengono pronunciate circa 500 parole

È disponibile sui canali digital Midnight Factory



Informazioni

Regia di Kyle Edward Ball

 

2022

Lucas Paul (Kevin)
Dali Rose Tetreault (Kaylee)

 

A cura di Andrea Costantini



2 commenti:

  1. Ho avuto la "fortuna" di vederlo al ToHorror dell'anno scorso. Non mi sono addormentata per puro miracolo (a posteriori, ho riso tantissimo perché nel videomessaggio di presentazione il regista ha assicurato che, arrivati a casa, non avremo dormito per l'ansia. Seh, ciao, core). Apprezzo il tentativo, e un paio di idee sono effettivamente terrificanti, ma annegano nella noia mortale di cartoni animati e lego ripresi all'infinito.

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    1. Venti minuti, la durata perfetta sarebbe stata di venti minuti. Ma un'ora e quaranta è una tortura!

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