Un Wrong Turn diverso dal solito
Un gruppo di giovani turisti trascorrono alcuni giorni camminando tra i boschi degli Appalachi, ignorando i consigli delle persone locali sulla pericolosità delle zone che vogliono visitare. Durante la loro escursione si imbattono però in una comunità di montanari poco amichevole che si fa chiamare la Fondazione che li metterà di fronte a una scelta difficile.
Il settimo capitolo della saga dei cannibali mostruosi
degli Appalachi è quello che più si discosta dallo spirito fino ad ora mostrato
nei vari capitoli precedenti. E questo non è per forza un difetto. L’inizio è
quanto di più canonico si possa vedere in un horror. Gruppo di amici che più inclusivi
di così non si può, gita nel bosco, abbandono del sentiero dopo che cani e
porci abbiano loro sconsigliato di farlo, telefono che non prende e arroganza
come se non ci fosse un domani. Arriva la minaccia che si manifesta violenta,
presenze terrificanti con indosso pellicce e teschi di animali e poi tac, ecco
che il film cambia aspetto e diventa interessante.
Ciò che scopriamo tra le fronde pericolose dei monti della
Virginia è una comunità di montanari che si fa chiamare la Fondazione, dagli
usi e costumi particolarmente anomali. Regole ferree in una società in cui la
legge non ammette alcun errore. Più che un vero e proprio sequel si tratta di
un reboot della saga. Anzi, se vogliamo dirla tutta, il titolo è abbastanza
fuorviante perché tolto il bosco insidioso e la propensione allo spargimento di
emoglobina, potrebbe addirittura non c’entrare una beata mazza con i vari Wrong Turn visti nell’ultimo ventennio
se non per qualche accenno sporadico alle origini dei mutanti nei gli ultimi
capitoli. Lo scopo è sicuramente quello di donare nuova linfa vitale in
modalità folk horror piuttosto che proseguire con la solita solfa (che comunque
ai fan piaceva abbastanza).
Diciamo che l’operazione è riuscita. Niente mostri ma la
comunità montana è interessante con rimandi ai classici del genere (The Wicker Man, Midsommar) in cui le barbare usanze, una su tutte l’Oscurità,
risultano la parte più riuscita del film. Da menzionare anche il colpo di scena
finale il quale, una volta tanto, trasforma un nuovo potenziale inizio di saga
in qualcosa di finalmente autoconclusivo (merce rarissima nell’horror). Niente
male il semplice ma efficace piano sequenza dei titoli di coda.
Forse non sapevate che...
La versione di "This Land is Your Land" che si sente durante i titoli di coda è cantata dalla figlia di Matthew Modine, Ruby
La sceneggiatura è a cura di Alan B. McElroy, già autore dello script del primo film. Sua è anche la sceneggiatura di Halloween 4
Informazioni
Regia
di Mike P. Nelson
2021
Charlotte Vega (Jennifer "Jen" Shaw)
Adain Bradley (Darius Clemons)
Bill Sage (Venable / Ram
Skull)
Emma Dumont (Milla D'Angelo)
Dylan McTee (Adam Lucas)
A cura
di Andrea Costantini
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