Freaks Out - La recensione

 


Spettacolare miscuglio di generi destinato a diventare un cult

 

Roma. 1943. In piena seconda guerra mondiale un gruppo di strampalati “freaks” si guadagna la pagnotta esibendo le doti paranormali nel circo di Israel. C’è Fulvio l’uomo bestia, Mario l’uomo magnetico, Cencio che è in grado di comunicare con gli insetti e Matilda, la ragazza elettrica. Il nazismo imperversa e Israel viene catturato per essere deportato in un campo di concentramento. I quattro improbabili eroi partono alla sua ricerca ma sulle loro tracce di metterà Franz, nazista circense alla ricerca di supereroi.


CinePaura pensa che...

Chi dice che gli italiani non sono in grado di fare film devono posare immediatamente il telefono e correre a vedere Freaks Out diretto dal talentuoso Gabriele Mainetti, già autore dell’interessantissimo Lo chiamavano Jeeg Robot. L’ultimo lavoro del regista romano ha davvero dell’incredibile. Una messa in scena, effetti speciali e narrazione esemplari a tal punto da ricordare in più di un’occasione il cinema fantastico di Guillermo del Toro, oltretutto senza aver nulla di cui invidiare alle produzione d’oltreoceano in cui i milioni di dollari si sprecano.

Siamo nel bel mezzo della seconda guerra mondiale e un gruppo di freaks dai poteri magici si trasforma senza volerlo in un manipolo di improbabili supereroi. Una storia bizzarra che sulla carta potrebbe avere sfaccettature weird da far storcere il naso ma che messa su pellicola, soprattutto grazie a una regia potente e meravigliosi sfarzi, funziona al cento per cento. È violento, è surreale, tanto magico e tenero in alcuni momenti quanto spietato e violento in altri, un miscuglio di generi pazzesco in cui guerra, horror, commedia, fantasy, supereroi e dramma convivono in armonia in due ore e venti che non annoiano mai.

Anzi, incollano alla poltrona. Cast interessantissimo in cui spiccano Aurora Giovinazzo nel ruolo di Matilde e Franz Rogowski in quello del circense visionario con sei dita, personaggio destinato a diventare cult. Mentre scrivo queste quattro righe continuo a pensare a qualche difetto da sottolineare ma sinceramente non riesco a trovarne neanche uno.



Forse non sapevate che...

Nei panni dell’uomo bestia Fulvio c’è un irriconoscibile Claudio Santamaria

Il budget del film è stato 13 milioni di euro e ne ha incassati complessivamente 2,6 milioni

Ha vinto 6 David di Donatello a fronte di 16 candidature

Tra i brani che Franz suona al pianoforte ci sono Creep dei Radiohead e Sweet Child of Mine dei Guns and Roses


Informazioni

 

Regia di Gabriele Mainetti

 

2021

Claudio Santamaria (Fulvio)
Aurora Giovinazzo (Matilde)
Pietro Castellitto (Cencio)
Giancarlo Martini (Mario)
Giorgio Tirabassi (Israel)
Franz Rogowski (Franz)

 

A cura di Andrea Costantini



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