Stung - La recensione

 


Vespe giganti che smembrano corpi umani

 

Julia e Paul lavorano in un’azienda che si occupa di catering e stanno portando i loro servizi presso una villa in campagna per un elegante party organizzato dalla signora Perch. La festa è quanto di più noioso si possa immaginare ma viene movimentata da uno sciame di vespe inferocite che sbucano dal terreno. Gli insetti cominciano a pungere gli invitati trasformandoli in vespe giganti. I due ragazzi e una manciata di altri invitati si rifugiano nella villa in cerca di protezione.  


CinePaura pensa che...

 

Di animali assassini se ne sono visti di ogni. Oltre ai celeberrimi squali, ai coccodrilli giganti e altre bestie di naturale potenza distruttiva, spesso anche animaletti di dimensioni ridotte possono trasformarsi in killer spietati, soprattutto se in giro c’è del fertilizzante pericolosamente tossico e illegale che fa crescere a dismisura i fiori ma anche gli insetti che popolano il giardino.

Sono le vespe gli insetti in questione, protagoniste di Stung, un bizzarro (ma neanche troppo) monster-movie ambientato in una villa di campagna dove si sta consumando una festa borghese di una noia mortale. Per fortuna uno sciame di vespe intossicate dal fertilizzante sbuca dal terreno e comincia a pungere gli invitati che, sotto i colpi inferti dai pungiglioni, cadono rantolanti e si trasformano in contenitori per altre vespe ancora più grandi, che escono dai corpi smembrandoli in decine di pezzi.

Ditemi voi se un appassionato di monster-movie di fronte a una storia del genere non è già fiondato sul divano coi popcorn e la bibita ghiacciata, pronto a pigiare tasto play con il dito sudato per l’emozione. Eppure il film di Benny Diez, al suo esordio alla regia, non è così incisivo e divertente come le premesse lasciavano intendere. Parte come una commedia ma pian piano che il film prosegue diventa serio, troppo serio per una trama del genere, perdendo la possibilità di diventare memorabile. Perché diciamocelo, un film con vespe giganti assassine che devastano un party pieno di personaggi antipatici non può essere troppo serio.

C’è parecchio sangue, corpi maciullati dagli imenotteri enormi e gli effetti speciali sono ben fatti ma si arriva alla fine a fatica, dopo una serie di situazioni ripetitive e occasioni non colte nel migliore dei modi. C’è anche spazio per una love story poco credibile e un Lance Henriksen bolso come non mai.



Forse non sapevate che...

 

Il regista Benny Diez ha lavorato come supervisori degli effetti speciali in Melancholia di Lars Von Trier

Il termine stung significa “punto”

L’idea di rendere il sindaco un alcolizzato è venuta a Lance Henriksen stesso

Nella scena in cantina si può brevemente leggere il nome Trioxin sul fertilizzante. È lo stesso componente responsabile della rianimazione dei corpi ne Il ritorno dei morti viventi

 


 

Informazioni

 

Regia di Benny Diaz

 

2015

 

Matt O'Leary (Paul)
Jessica Cook (Julia)
Lance Henriksen (Caruthers)
Clifton Collins Jr. (Sydney)
Cecilia Pillado (Flora)
Eve Slatner (Mrs. Perch)
 

A cura di Andrea Costantini



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