La stanza - La recensione

 


Un thriller serrato con tre soli attori in un’unica location

 

Una donna con addosso l’abito da sposa sta per suicidarsi lanciandosi dalla finestra. Qualcuno suona il campanello e uno sconosciuto dice di aver prenotato per dormire a casa sua, una volta aperta come locanda ma ora cadente e in disuso. La donna dice all’uomo di andare via ma questi risulta essere così insistente da riuscire a entrare. Dice di aspettare il marito della donna, Sandro, che sarebbe arrivato di lì a poco. I due parlano e la donna, che si chiama Stella, comincia a capire che c’è qualcosa che non va quando scopre che l’uomo conosce molti dettagli della sua vita privata, compresi quelli legati a suo figlio Giulio.  


CinePaura pensa che...

 

Tre attori, anzi, facciamo quattro; una location soltanto che è una casa fatiscente da qualche parte sperduta in una zona dimenticata da Dio; una donna pronta al suicidio e un uomo che suona alla sua porta che sembra sapere molto di lei, troppo. E ovviamente una trama che è così fitta di mistero e sorprese che sarebbe un peccato andare avanti a parlarne.

La stanza, diretto e sceneggiato da Stefano Lodovichi (In fondo al bosco) e girato durante il lockdown, come tematica tratta il fenomeno degli hikikomori, termine giapponese coniato per descrivere quelle persone che si isolano del tutto dalla società, situazione che tutti noi abbiamo vissuto fin troppo bene durante la pandemia. Lodovichi, inizialmente intenzionato a dirigere un documentario sull’argomento, ha scelto di virare al thriller fantascientifico risultando abile nella scrittura e nella messa in scena, ricca di mistero nonostante l’ambientazione limitata. Una storia costruita unicamente sull’intreccio dei tre personaggi e la casa in cui essi si muovono, sul loro passato oscuro ma che si rivela man mano che la vicenda prosegue, toccando anche momenti di interessante originalità.

Complice della riuscita del lavoro sono anche gli attori (uno su tutti Guido Caprino, eccezionale nel ruolo di Giulio) che grazie alla loro prova contribuiscono a far crescere la tensione in maniera costante e a non annoiare mai, nonostante la limitazione degli spazi.

L’unico limite della vicenda lo si può identificare nel finale un po’ troppo benevolo con una chiusura in redenzione di facile riuscita. Poteva e doveva essere più cattivo ma La stanza rimane comunque un bel film da vedere.



Forse non sapevate che...

 

Il termine hikikomori significa letteralmente “stare in disparte, isolarsi”

La stanza è distribuito da Lucky Red in esclusiva su Amazon Prime Video

 


Informazioni

 

Regia di Stefano Lodovichi

 

2020

 

Guido Caprino (Giulio)
Camilla Filippi (Stella)
Edoardo Pesce (Sandro)
Romeo Pellegrini (Giulio)

 

A cura di Andrea Costantini



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