I Goonies - La recensione

 


Uno dei film simbolo degli anni ‘80

Nella cittadina di Goon Docks un gruppetto di ragazzi soprannominati “Goonies” sta trascorrendo il loro ultimo weekend tra la pioggia e la noia. Stanno per essere sfrattati dalle loro case e non c’è nulla che possano fare per impedirlo. Per ammazzare la noia curiosano nella soffitta del padre di Mikey dove trovano una mappa antica che sembra condurre a un tesoro pirata. Incuriositi e convinti di poter salvare le loro case, il gruppetto parte alla ricerca del tesoro di Willie L’Orbo.


CinePaura pensa che...

Oh voi intrusi, guai a voi! Correva l’anno 1985 quando Richard Donner, sotto la supervisione dell’ormai guru del cinema mainstream Steven Spielberg, si accingeva, forse inconsapevolmente, a scrivere una pagina di storia del cinema. Siamo nella piovosa cittadina di Goon Docks, periferia di Astoria dove non succede mai niente di interessante. Qui vivono Micky, Brand, Mouth, Data, Chunk, Andy e Stef, ragazzini in bilico tra l’infanzia e l’età adulta, che vivono il loro ultimo weekend insieme, l’ultimo weekend dei Goonies.

Sì, perché un avido imprenditore sta per sfrattarli per costruire un campo da golf e le loro famiglie non possono permettersi di pagare per impedire lo sfratto. La speranza si riaccende quando nella soffitta di Mickey trovano una vecchia mappa che indica dove si trova un tesoro pirata. Willie l’Orbo, il pirata più famoso dei suoi tempi, giace da qualche parte con il suo galeone e miliardi di monete e pietre preziose. Invece di scorrazzare per la costa sbronzandosi di birra, i Goonies decidono di tentare l’impossibile partendo alla ricerca del tesoro sepolto, inseguiti dalla pericolosissima banda Fratelli, tra mille insidie e tracobetti.

Inutile sprecare parole per entrare nel tecnico. Questa non è, e non vuole essere una recensione ma una dichiarazione d’amore per un classico assoluto, un’avventura che ha fatto sognare milioni di ragazzini portandoli a bordo di una nave pirata piena di oro e gioielli. Siamo nel punto più alto del coming of age, della storia di formazione, dell’avventura ai confini della realtà, I Goonies è un film simbolo pieno di situazioni esilaranti e nostalgia nella sua forma più genuina, un portale dimensionale di un periodo che non esiste più. Si ride a crepapelle, ci si innamora dei personaggi, tutti nessuno escluso, ci si commuove davanti all’imponenza della nave di Willy mentre sfonda la parete che l’ha tenuta prigioniera per secoli, prendendo il largo verso nuove avventure. Grazie, Richard. Grazie, Steven. Grazie a voi abbiamo potuto sognare e possiamo continuare a farlo.



Forse non sapevate che...                       

Nella scena finale Data parla a proposito dell’incontro con una piovra. Nel montaggio finale tuttavia non si vede nessuna piovra. Si tratta di una scena eliminata (disponibile negli extra del formato home video e su Youtube) in cui i ragazzi vengono attaccati da una creatura gigante tentacolata, mentre si trovano in acqua accanto alla nave pirata. La scena è stata rimossa e per qualche motivo, è rimasto il commento di Data nel montaggio finale, e anche nel doppiaggio in italiano.

Tutti i Goonies hanno un soprannome. Michael Walsh è Mikey, Brandon Walsh è Brand, Lawrence Cohen è Chunk, Clark Deveraux è Mouth, Richard Wang è Data, Andrea Carmichael è Andy e Stephanie Steinbrenner è Stef. Ah, non dimentichiamoci di Lotney Fratelli, conosciuto da tutti come Sloth

Nello slang americano, goony vuol dire anche “sfigato”

Il film ha incassato 124 milioni di dollari in tutto il mondo con un budget di 19 milioni

Richard Donner appare alla fine del film: è uno dei due poliziotti che arrivano in soccorso dei ragazzi

Le scene ambientate sulla spiaggia sono state girate a Cannon Beach, in Oregon, caratteristica per i suoi faraglioni

A Sean Astin fu permesso di tenere la mappa del tesoro. Qualche anno dopo sua madre Patty Duke l’ha buttata nell’immondizia credendola carta straccia

Ai ragazzi non fu mostrata la nave fino al momento della ripresa in cui la vedono per la prima volta, questo per rendere la loro reazione più genuina possibile. Josh Brolin, alla vista del vascello esclamò “holy shit!” e dovettero rigirare la scena



Informazioni

 

Regia di Richard Donner

 

1985

 

Sean Astin (Mikey Walsh)
Josh Brolin (Brandon "Brand" Walsh)
Jeff Cohen (Lawrence "Chunk" Cohen)
Corey Feldman (Clark "Mouth" Devereaux)
Kerri Green (Andy Carmichael)

 

A cura di Andrea Costantini



1 commento:

  1. Un capolavoro senza tempo, che non risente del peso degli anni passati, a differenza di altri suoi coetanei. Splendido da vedere in sala, con appassionati che si palleggiano le battute, ridono e si commuovono!

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