The Menu - La recensione

 


Il breve passo tra le stelle Michelin e l’orrore


La coppia Tyler e Margot si reca nel costosissimo ristorante di Slowkin, un rinomato chef celebre nel mondo per la sua arte culinaria esagerata ed eccessivamente costosa. Insieme a loro un gruppo di commensali spocchiosi, tra cui attori falliti, critici arroganti e uomini d’affari. Il menu prevede una serie di portate spettacolari, un vero e proprio show pieno di sorprese.




 

CinePaura pensa che...

La farò semplice: The Menu è un film che aveva un potenziale enorme ma che non è riuscito a sfruttare. Diretto da Mark Mylod (regista di Ali G e (S)Ex List) racconta di un gruppo di ricercati commensali che si recano nel prestigioso ristorante dello chef Slowkin, un artista della cucina in grado di creare piatti che nessun altro al mondo. Il menu della serata prevede una serie di portate così spettacolari che metteranno in seria difficoltà gli avventori.

Perché The Menu è un film che non funziona? Perché non decide da che parte stare. L’obiettivo è chiaramente la satira tagliente a quel tipo di cucina raffinato che ha spopolato negli ultimi anni, nella vita e in televisione, con piatti complessi e costosi e commensali che escono dal ristorante con la fame. In parte ci riesce, soprattutto nella prima parte quando ci vengono presentati i personaggi, uno più arrogante dell’altro. Dopo le prime due portate la satira si spegne e tutto vira verso l’horror(non vi racconteremo in che modo), piuttosto teso e anche funzionante, ma che fa decadere la satira mostrata fino ad allora, facendo subentrare il caos. Ci sono elementi che non si spiegano, come la devozione della cucina nei confronti del grande chef e il caos narrativo nella parte centrale del film (la corsa nella notte, il comportamento della responsabile di sala) fino al finale in cui lo allo spettatore è richiesto un sforzo enorme di sospensione dell’incredulità.

È un film da camera, ambientato in un’unica location quindi i personaggi hanno un ruolo fondamentale nella vicenda e un paio di essi sono riusciti molto bene (la Margot di Anya Taylor-Joy, sempre meravigliosa e bravissima ma soprattutto l’esaltato esperto Tyler di Nicholas Hoult, che trasmette la voglia di prenderlo a schiaffi ogni volta che apre bocca nonché l’unico personaggio i cui comportamenti sono “giustificati”) mentre tutti gli altri invece sono stereotipi che hanno un posto nella storia ma fanno fatica a caratterizzarsi ed emergere. Anche lo chef Slowkin, interpretato da Ralph Fiennes (che è sempre un piacere vedere all’opera), non riesce a esprimere quale sia il suo vero scopo. Pazzo, determinato, stufo, frustrato, un personaggio talmente articolato la cui complessità sfugge durante la visione. Un film godibile, anche appassionante, a tratti divertente e a tratti spaventoso, ma che crolla sotto il peso delle sue convinzioni. Peccato, perché aveva tutte le carte per essere un capolavoro. Sarà per la prossima volta.



Forse non sapevate che...

Lo sceneggiatore Will Tracy ha avuto l'idea della storia durante la sua luna di miele a Bergen, in Norvegia, quando si è recato in un ristorante di lusso su un'isola privata e si è reso conto che non poteva lasciare l'isola fino a fine pasto

I piatti del film sono stati preparati dalla chef francese Dominique Crenn, l'unica chef donna negli Stati Uniti ad avere tre stelle Michelin per il suo ristorante Atelier Crenn a San Francisco. I membri del cast e della troupe erano spesso tentati di assaggiare le prelibatezze tra una ripresa e l'altra ma gli alimenti erano principalmente oggetti di scena e quindi immangiabili

Alla regia era previsto Alexander Payne e Emma Stone nel ruolo di Margot, andato poi a Anya Taylor-Joy



Informazioni

 

Regia di Mark Mylod

 

2022

Ralph Fiennes (Chef Julian Slowik)
Anya Taylor-Joy (Margot)
Nicholas Hoult (Tyler)
Hong Chau (Elsa)
John Leguizamo (Liebrandt)

 

A cura di Andrea Costantini



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