Kill List - La recensione

 


Spiazzante noir che vira all'horror

 

Jay e Shel sono una coppia in crisi. Lui non lavora da otto mesi e lei non fa altro che ricordargli quanto sia un fallito. Hanno un figlio, Sam, che osserva la coppia discutere e non capisce che cosa succede. Un giorno arriva Gal, un amico di Jay nonché ex commilitone che gli propone un lavoro. Una lista di persone da far fuori per mano di un cliente importante e esigente. Jay accetta ma il suo passato disturbato da soldato lo rende una pericolosa mina vagante e comincia a perdere il controllo durante il lavoro.


CinePaura pensa che...

Sebbene non sia propriamente un autore di film commerciali, Ben Wheatley è un tizio abbastanza noto, perlopiù tra i fan che alle grandi masse. Anche lui, però, una volta è stato un perfetto sconosciuto. Per chi ancora non lo conoscesse, beh, che cosa state aspettando, andate a documentarvi perché è un autore che non ha paura di osare. Il suo secondo lavoro (dopo Down Terrace del 2009) è Kill List, diretto nel 2011 ed è qualcosa di difficilmente descrivibile senza cadere nello spoiler e non è certo nostra intenzione svelare qualcosa del film.

Possiamo però svelarvi un segreto: vi colpirà come un pugno in faccia. La vicenda nasce con una famiglia in crisi, senza soldi e piena di problemi. Jay e Shel continuano a litigare mentre il figlio li osserva senza capire. Poi arriva Gal, un amico di Jay e il film cambia genere, passando da dramma familiare a crime movie. Non finisce qui perché per finire a pieni voti su Cinepaura significa che da qualche parte ci deve essere dell’orrore. E l’orrore c’è, un orrore di quelli che ti lasciano con la bocca aperta, fidatevi di chi scrive. Un film impossibile da prevedere e, su stessa ammissione di Wheatley, un miscuglio destabilizzante di generi.

Arrivati alla fine ci si sente frastornati come dopo una sbornia andata male, si fa fatica a unire i puntini per delineare il disegno completo del film, si rimane spiazzati dagli eventi, lineari e comprensibili ma del tutto slegati uno dall’altro per poi giungere al già citato finale (che non è stato esente da critiche, anche pesanti) che noi consideriamo il vero punto di forza del film (vogliamo parlare dell’inseguimento nella galleria?). Un lavoro coraggioso, appassionante, destabilizzante e spaventoso.



Forse non sapevate che...

Le riprese sono avvenute nelle Filippine e sono durate 18 giorni

Il film è stato un fallimento al botteghino con meno di 500 mila dollari di incasso

Ha ricevuto 6 nomination ai British Independent Film Awards 2011, tra cui miglior regista e miglior sceneggiatura. Michael Smiley si è aggiudicato il premio come miglior attore



Informazioni

 

Diretto da Ben Wheatley

 

2011

 

Neil Maskell (Jay)
Michael Smiley (Gal)
MyAnna Buring (Shel)
Emma Fryer (Fiona)
Harry Simpson (Sam)

 

A cura di Andrea Costantini



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