Versione
herzoghiana del celeberrimo vampiro
Jonathan Harker è un giovane immobiliare di Wismar che parte per la Transilvania per un affare con il conte Dracula, il quale è interessato a comprare una proprietà in città. Lucy, sua moglie, tenta di spiegare a Jonathan i suoi brutti presentimenti riguardo al viaggio ma lui non l’ascolta. Una volta giunto nella magione del conte e, dopo aver firmato il contratto, Jonathan capisce che Dracula è in realtà un vampiro e sta per raggiungere Wismar, dove vive la sua amata Lucy.
Dal 1922 in poi, dopo Murnau e Max Schreck, nessuno al
mondo aveva mai osato riportare sullo schermo il vampiro Nosferatu. Forse la
troppa responsabilità nel prendere in mano tale eredità oppure semplicemente si
è trattato di un puro caso. Questo per ben 57 anni fino a quando Werner Herzog,
uno dei massimi cineasti al mondo nonché uno dei fondatori del cosiddetto “nuovo
cinema tedesco”, in collaborazione con il suo attore feticcio amico/nemico
Klaus Kinski, decise nel 1979 di ridare sangue al celebre vampiro nella libera
rivisitazione del romanzo di Bram Stoker.
Nosferatu di
Herzog è una rappresentazione particolarmente fedele all’originale di Murnau
(fatta eccezione per i nomi dei personaggi che ritornano gli stessi del
romanzo) più romantica e se vogliamo, più umana. Klaus Kinski, attore di
immenso spessore (ma dalla vita intrisa di controversie) riesce a trasmettere tutto
l’orrore e l’infelicità dell’iconico vampiro, ancora più di quanto fece il
formidabile Max Schrek nei lontani anni ‘20. “Che cosa c’è di peggio della
morte? Il non poter morire” dice il mostro a Lucy (una eterea e straordinaria
Isabelle Adjani) con lo sguardo intriso di tristezza e malinconia. La
condizione di immortalità, sebbene sia bramata da qualsiasi uomo sul pianeta,
per il conte è una prigione e nessuno meglio di Kinski avrebbe potuto
racchiudere questo pensiero negli sguardi, nelle poche battute pronunciate,
nell’indimenticabile mestizia della sua inconcludente esistenza.
Un film simbolo del vampirismo, che non sfigura affatto accanto al capolavoro espressionista di Murnau anzi, rende il personaggio già iconico per definizione più malinconico e romantico. Indimenticabili le scene nella piazza di Wismar devastata dalla peste, piena di bare e topi.
Forse non sapevate che...
Nel Nosferatu di Murnau i nomi dei protagonisti erano diversi, per esempio Dracula era il Conte Orlok, Jonathan Harker era Thomas Hutter. Nella versione di Herzog invece ritornano originali, dato che i diritti erano ormai scaduti
La mano del doganiere che ispeziona la terra nelle bare infestate dai topi è del regista Werner Herzog
Klaus Kinski doveva dedicare circa quattro ore al giorno al trucco. Kinski, noto per i suoi violenti scoppi d'ira quotidiani, aveva un ottimo rapporto con la truccatrice giapponese Reiko Kruk ed era estremamente paziente e ben educato durante le sedute. Lo stesso Kinski ha detto che odiava essere truccato eccessivamente per un ruolo, ma per Dracula era importante
Herzog ha dichiarato che i topi che si vedono sul set si sono comportati meglio di Kinski
Secondo Herzog, il Nosferatu di Murnau è in assoluto il miglior film tedesco mai realizzato
Informazioni
Diretto
da Werner Herzog
1979
Klaus Kinski (Conte Dracula)
Isabelle Adjani (Lucy Harker)
Bruno Ganz (Jonathan Harker)
Roland Topor (Renfield)
A cura
di Andrea Costantini
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