Al progredire della notte - La recensione

 


Quando l’horror indipendente è sinonimo di qualità

Claudia, una giovane donna di venticinque anni segnata da profonde insicurezze, si trasferisce al piano superiore di una casa isolata, in cerca di tranquillità. Qui conosce Letizia, l’enigmatica padrona di casa, una figura affascinante e ambigua che la introduce alla metafonia, un'antica pratica per comunicare con i morti. Quello che all’inizio sembra un passatempo misterioso si trasforma presto in un incubo.


CinePaura pensa che...


Se mettiamo da parte i prodotti mainstream che arrivano da oltreoceano e quel paio di registi italiani che hanno avuto il talento e le capacità di spiccare il salto verso il grande pubblico, l’horror italiano pullula di molti autori rilegati alla nicchia, registi indipendenti senza spiccioli ma con buone idee e tanta voglia di sfornare delle chicche interessanti.

Uno di questi è Davide Montecchi che già aveva sorpreso con In a Lonely Place e che ritorna nel 2025 con Al progredire della notte, pellicola girata con una manciata di euro ma che riesce a omaggiare il cinema degli anni che furono, senza copiare nessuno e senza cadere nelle facili trappole delle produzioni low cost.

La storia gira intorno a Claudia, aspirante attrice ma piena di fantasmi interiori che la limitano nella vita quotidiana. A causa della sua insicurezza e della presenza costante di una madre ossessiva, Claudia decide di affrontare le sue paure seguendo i consigli di Ludovico, un amico che la sprona a partecipare a un corso di sopravvivenza. Secondo lui, questa esperienza l’aiuterebbe a risolvere tutti i suoi problemi. Solo che Claudia al corso di sopravvivenza non partecipa perché la sera prima incontra Letizia, una donna tanto gentile che la ospita a casa sua per la notte. Letizia è molto premurosa nei confronti di Claudia ma ha altresì un hobby particolare: la metafonia ovvero la pratica di comunicare con i morti.

Il film di Montecchi riesce ad essere davvero suggestivo, sia per messa in scena ma anche per la storia narrata. Definisce e colloca nella vicenda due personaggi femminili ben delineati Claudia e Letizia (interpretate con passione rispettivamente da Lilly Englert e Lucia Vasini) e li fa muovere all’interno di una casa labirintica che a tratti ricorda quella del film sperimentale Skinamarink e l’enorme magione-trappola di Hugh Grant in Heretic.

C’è tutta una prima parte molto discorsiva in cui vengono costruiti i personaggi e lanciati alcuni indizi sul mistero che si nasconde dietro la vicenda. Se in questa parte in cui i dialoghi la fanno da padrone Montecchi si dilunga, la svolta arriva nella seconda parte quando subentra una terza figura femminile, quella di Clara, tenera e terrificante allo stesso tempo. Decisamente consigliato e in grado di regalare ben più di un brivido (le presenze e le voci sono spaventose).



Informazioni

 

Diretto da Davide Montecchi

 

2025

Lilly Englert (Claudia)
Lucia Vasini (Letizia)
Pier Sandro Freglio (Prof. Leone Servadio)
Ioana Laura Jitariuc (Clara)

 

A cura di Andrea Costantini




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