Capolavoro, senza se e senza ma
Il sergente della terraferma Neil Howie si reca sull’isola di Summerisle dopo aver ricevuto una lettera con una richiesta d’aiuto. Nella lettera si dice che una ragazzina è scomparsa. A bordo del suo idrovolante, il poliziotto raggiunge l’isola e qui trova gli abitanti inizialmente collaborativi ma capisce immediatamente che gli stanno nascondendo qualcosa. Allora chiede un incontro con Lord Summerisle, una specie di leader spirituale che guida gli isolani nella loro adorazione delle divinità pagane. Durante l’incontro, Howie inizia a credere che la ragazzina scomparsa sia in realtà prigioniera e che sarà sacrificata in onore del raccolto.
Robin Hardy, un nome tanto sconosciuto alle masse ma
osannato dagli amanti dell’orrore. Autore di un paio di pellicole in tutta la
sua carriera, Hardy ha diretto uno dei più emblematici horror della storia del
cinema. Si tratta di The Wicker Man,
del 1973. La storia ruota intorno alla scomparsa di una ragazzina su un isola
scozzese, fatto su cui indaga un poliziotto tutto d’un pezzo, religioso fino al
midollo e proveniente dalla terraferma. Un forestiero che non conosce nulla
degli usi e costumi della popolazione di Summerisle.
Gli abitanti praticano una sorta di paganesimo celtico
con omaggi al raccolto, orge notturne e rituali sabbatici al tramonto, fatti
che toccano il poliziotto nel profondo del cuore e della fede. The Wicker Man è una sorta musical
costruito sul contrasto tra le religioni, il paganesimo della popolazione
dell’isola e il cristianesimo del poliziotto.
Un horror di riflessione in cui la violenza è marginale,
pioniere nel genere folkloristico alla luce del sole (da cui poi prenderanno
spunto altri classici del futuro, Midsommar
su tutti) che stupisce con le immagini e con i contenuti. Impossibile rimanere
impassibili di fronte alla bellezza dell’isola e alla follia che aleggia tra
gli abitanti e dai loro colorati e pacchiani rituali. Il culmine di questo
contrasto sarà nell’agghiacciante finale, simbolo del cinema dell’orrore, in
cui le preghiere soccomberanno sotto i canti in onore delle divinità.
Capolavoro.
Forse non sapevate che...
Ne è stato fatto un remake inguardabile nel 2006 intitolato Il prescelto con protagonista Nicolas Cage
“Wicker Man” significa letteralmente “uomo di vimini” ma dovrete vedere il film per capire cosa vuol dire
Esistono diverse versioni del film in circolazione che variano da 87’ a 120’. Alcuni tagli furono fatti all’epoca per le argomentazioni religiose piuttosto esplicite e scomode
Christopher Lee ha recitato nel film senza ricevere alcun compenso. Egli ritiene la sua interpretazione la migliore di tutta la sua carriera
Britt Ekland diede non pochi problemi alla realizzazione del film. Disse che l’isola dove giravano il film era il posto più deprimente della Terra e i produttori dovettero chiedere ufficialmente scusa agli abitanti. Inoltre nella scena della danza lei non acconsentì al nudo integrale e dovettero utilizzare una controfigura per il sedere. Le ebbe da ridire perché la ragazza che la sostituì era incinta quindi con i lineamenti troppo formosi
Ciò che rimase dell’uomo di vimini fu lasciato sul posto per anni e divenne un’importante meta per gli amanti del cinema. Nel 2006 i resti furono rubati
Informazioni
Regia
di Robin Hardy
1973
Edward Woodward (Sergente
Howie)
Christopher Lee (Lord
Summerisle)
Diane Cilento (Miss Rose)
Britt Ekland (Willow)
A cura
di Andrea Costantini
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