Alone - La recensione

 


Survival horror tra un assassino e la natura


Jessica, vedova da poco, decide di cambiare vita. Raccoglie tutta la sua roba e parte per un viaggio in solitaria. Durante il tragitto viene presa di mira da un tizio che inizialmente si rivela cortese ma poi comincia a diventare insistente. Jessica tenta di lasciarselo alle spalle ma questo continua a riapparire sul suo percorso, fino a diventare pericoloso


CinePaura pensa che...

Ciò che sta alla base della vicenda narrata in Alone è la classica storia del gatto col topo. Il film diretto da John Hyams nel 2020 è un survival horror che mette in scena qualcosa di così semplice da risultare, a fine visione, piacevole. La storia è quanto di più essenziale possa esistere in una trama: una ragazza in viaggio è perseguitata da un assassino che non ha intenzione di lasciarla sfuggire. Lei scappa e lui la insegue. Stop, questo è tutto ma narrato in maniera tale da avere la tensione alta per tutta la durata, dall’inizio alla fine.

Questo dimostra come le idee, a volte, non debbano essere chissà che. Basta avere la voglia di arrivare alle persone e Hyams ci riesce con una serie di escamotage registici, come i controcampi sfocati della scena nel posteggio della stazione di servizio, gestita in maniera più che egregia. Oltre alla tensione, uno dei punti forti del film è l’essenzialità delle location (che danno anche il nome ai capitoli del film stesso): una strada, un bosco, una radura, luoghi nei quali la povera e perseguitata Jessica fugge, ferita nell’animo e nel corpo da un cacciatore che non ha intenzione di perdere la sua preda, nonché dalla natura stessa che si rivela ostile e non collaborativa in tutta la sua perpetua fuga.

E poi il cattivo di turno è fastidioso, è questo è un bene. Il film ha anche dei difetti, non possiamo negarlo, a partire dalla credibilità di alcuni momenti che esagerano sulla resistenza e sopravvivenza. Considerando il piglio realistico con cui è costruito il tutto, la veridicità delle azioni doveva essere al cento per cento congrua con la realtà. A parte questo, si rivela un buon esercizio di tensione ideale per rimanere sulle spine per tutta la serata.



Forse non sapevate che...

Julia Wilcox si è rotta il piede durante una delle prime riprese e alcune scene sono state posticipate alla sua guarigione.

Si tratta di un remake di un film svedese del 2011 intitolato Försvunnen

Sam utilizza la tecnica di essere in panne con l’auto e avere un braccio ingessato per adescare le vittime. La stessa tecnica era utilizzata dal reale assassino Ted Bundy

Il film è disponibile in home video in Limited Edition, sia in Bluray che DVD, grazie a Midnight Factory



Informazioni

 

Regia di John Hyams

 

2020

Jules Willcox (Jessica)
Marc Menchaca (Sam)
Anthony Heald (Robert)

 

A cura di Andrea Costantini



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