Al suo terzo film, D’Antona dirige un horror
che trasuda amore per il cinema
Regia di Roberto D’Antona
2019
Roberto D’Antona (Alan)
Annamaria Lorusso (Kaisha)
Francesco Emulo (Leo)
Nicole Blatto (Asia)
Erica Verzotti (Mia)
Alex D’Antona (Sirio)
Trama
Mentre sono inseguiti da un paio di bulli, i giovanissimi Alan,
Asia, Mia, Alex e Leo, si intrufolano in una proprietà apparentemente
abbandonata. Qui si imbattono in qualcosa di terrificante: un uomo dai lunghi
capelli bianchi sta combattendo con una presenza a dir poco demoniaca. I
ragazzini, impauriti, fuggono. Passano gli anni e quei ragazzini sono diventati
adulti. Leo vende camper con la madre, Mia fa la giornalista locale, Asia
lavora in una bottega di articoli etnici mentre Alan ha intrapreso la carriera
di cacciatore di tesori. Dopo aver girato il mondo alla ricerca di cimeli
perduti, Alan si ritrova a Noara, il suo paese d’origine. Si ritrova con i
vecchi amici e sembra che il loro incontro dopo tutti quegli anni non sia
casuale. La presenza demoniaca che li aveva terrorizzati da bambini sembra
essere di nuovo nei dintorni e, loro malgrado,
si vedranno costretti ad affrontarla una volta per tutte.
CinePaura pensa che...
Ormai
non abbiamo più dubbi: noi, a Roberto D’Antona, vogliamo proprio bene. Giunto
al suo terzo film (in tre anni) e con un quarto in lavorazione, D’Antona si sta
imponendo sul territorio italiano come uno degli autori più prolifici. Per
fortuna, con prolifico non intendiamo soltanto in quantità ma anche in qualità.
I suoi lavori sono realizzati con cura e attenzione ai dettagli (soprattutto le
ambientazioni e la fotografia, entrambe davvero curate) ma la cosa che emerge
maggiormente davanti a un suo film è la passione con cui è stato realizzato,
che trasuda da ogni inquadratura. E la sua ultima fatica, The Last Heroes, non è da meno. Sempre senza abbandonare il campo
horror, D’Antona questa volta esplora il territorio aggiungendo dettagli
provenienti dal fantasy avventuroso. Ci sono ragazzini che hanno visto qualcosa
che non dovevano vedere, minacce sepolte che ritornano prepotenti e un manipoli
di eroi, tanto improbabili e impacciati quanto coraggiosi e determinati che si
imbattono in un avventura dal sapore epico. Un lavoro di ben oltre due ore, una
lunghezza un po’ forzata per un film di genere horror, ma che ha la dote di
essere avvincente e ritmato e non annoiare mai. Un film non privo di difetti
(quale film non ne ha?) ma traboccante di spirito e passione che
caratterizzavano i film degli anni ‘80. D’Antona ama il cinema, e si vede in
ogni sua inquadratura.
Forse non sapevate che...
La
città in cui è ambientato il film si chiama Noara, che sarebbe Novara
leggermente modificato
Il
prossimo lavoro di D’Antona si intitolerà Caleb e tratterà ancora il tema della
lotta tra bene e forze oscure
A cura
di Andrea Costantini
Nessun commento:
Posta un commento