Omen - L'origine del presagio - La recensione

 


Il prequel di Omen è un filmone!

 

1971. Roma. La novizia Margareth arriva in città per prendere servizio in un orfanotrofio femminile, dove lei stessa era stata ospite da bambina. Mentre interagisce con le bambine, Margaret si avvicina particolarmente a Carlita, un'orfana taciturna. Un pomeriggio padre Brennan, un prete scomunicato, avvicina Margareth e la informa di un imminente pericolo: Carlita potrebbe essere la prescelta per concepire l’anticristo.



CinePaura pensa che...

Quando si tocca il tasto prequel/remake/reboot c’è sempre un attimo di destabilizzazione e pelle d’oca. Se poi si va a parlare di un caposaldo dell’orrore, il tasto in questione diventa ancora più delicato. Basta sfiorarlo appena per far partire le congetture. Ma come osano! Chissà che porcheria! Io non lo guarderò mai!

Nel caso specifico parliamo di Omen – L’origine del presagio che già dal titolo spoilera in tutto e per tutto le sue intenzioni: comprendere da dove sia spuntato fuori il piccolo e demoniaco Damien, antagonista della pellicola cult di Richard Donner del 1976.

Un terreno bello pieno di mine ma udite udite, qui il lavoro effettuato è qualcosa di assolutamente valido. Siamo negli anni ’50 in una Roma tumultuosa dalle proteste in atto. Margareth è una novizia che lavora in un orfanotrofio femminile, in procinto di prendere i voti quando si prende a cuore il caso di una ragazzina particolarmente problematica. Quando viene avvicinata da un prete scomunicato che la mette in guardia sul pericolo che sta correndo attaccando bottone con la piccola in quell’orfanotrofio, succedono i casini veri.

Signore e signori, erano anni che non provavo una paura così genuina guardando un film. Grazie una inquietudine di fondo che cresce di minuto in minuto come un palloncino destinato a scoppiare, non ci vergogniamo di dire che Omen fa davvero paura. Mette da parte (non del tutto, eh) i salti sulla poltrona per inoculare sottopelle un terrore ancestrale e demoniaco di quelli che ti accompagnano anche dopo la visione. C’è una sceneggiatura davvero funzionale alla vicenda che si collega in maniera intelligente al film del 1976, la regia è pulita e precisa di un’esordiente Arkasha Stevenson (segniamoci il nome, consiglio) nonché una gestione impeccabile dei tempi.

Non mancano i momenti splatter particolarmente cruenti e tutti incentrati sulla gravidanza. È già cult la scena del parto che non lesina in primi piani vaginali e dettagli demoniaci cruenti.

Protagonista una bravissima Nell Tiger Free in grado di interpretare innocenza, perversione e follia (in una scena cita in maniera inequivocabile Isabelle Adjani in Possession). Senza ombra di dubbio il miglior horror visto quest’anno.



Forse non sapevate che...                           

È il sesto film della saga di Omen. I precedenti sono: Il presagio (1976), La maledizione di Damien (1978), Conflitto finale (1981), Omen IV - Presagio infernale  (1991) e il remake Omen (2006)

Negli USA il film inizialmente è stato vietato ai minori di 17 anni per via della scena del parto. Dopo alcuni ricorsi e un taglio di 13 secondi, è stato declassato a R-rating (minori di 17 anni accompagnati da un adulto)

Il film (al momento) è disponibile sulla piattaforma Disney+



Informazioni

 

Diretto da Arkasha Stevenson

 

2024

Nell Tiger Free (Margaret Daino)
Sônia Braga (Madre Silvia)
Maria Caballero (Luz Valez)
Tawfeek Barhom (Padre Gabriel)
Ralph Ineson (Padre Brennan)

A cura di Andrea Costantini



Nessun commento:

Posta un commento