Scary Story to Tell in the Dark - La recensione


Del Toro produce un lavoro nostalgico pieno di mostri che vola troppo basso rispetto alle aspettative

Regia di André Øvredal

2019

Zoe Margaret Colletti (Stella Nicholls)
Michael Garza (Ramón Morales)
Austin Zajur (Chuck Steinberg)
Gabriel Rush (Auggie Hilderbrandt)
Kathleen Pollard (Sarah Bellows)
Gil Bellows (agente Turner)


Trama

Halloween, 1968. Nella cittadina di Mill Valley gli adolescenti Stella, Auggie e Chuck, dopo uno scherzo di cattivo gusto al bullo della scuola, si rifugiano nell’auto di Ramon, un ragazzo arrivato in città da poco. Ramon interviene e evita che i ragazzini vengano pestati. Per ringraziarlo lo portano a visitare una casa abbandonata ricca di storie di fantasmi. Pare che nella casa, anni addietro, abitasse una ragazzina di nome Sarah accusata di aver ucciso molti bambini e che amava raccontare storie di paura. In una stanza segreta della casa, i ragazzi trovano un libro appartenuto proprio a Sarah, nella quale sono scritte alcune storie dell’orrore. Solo che le storie narrate tra le pagine sembrano raccontare fatti che non sono ancora accaduti e che vedono protagonisti coloro che erano presenti nella casa abbandonata, quella notte.



CinePaura pensa che...

Il nome di Del Toro, in una qualsiasi produzione, ormai è sinonimo di garanzia. O almeno, quasi. In questo nuovo lavoro, il regista premio Oscar è in veste di produttore mentre la regia è stata affidata al nuovo nome dell’horror André Øvredal, che già ci aveva stupito con due perle come Autopsy e Troll Hunter. E’ un prodotto nostalgico che funziona, ma non eccelle come le potenti premesse lasciavano presagire. Scary Story to Tell in the Dark richiama le atmosfere di kinghiana memoria (ragazzini nei guai alle prese con forze oscure più potenti di loro) e mette in scena una trafila di mostri non indifferente (la donna bianca è qualcosa di eccezionalmente inquietante). Ma come dicevamo prima, il film purtroppo non ne esce con il massimo dei voti. Forse la colpa è di una trama debole che, seppur farcita con mostruosità ben curate, non riesce a staccarsi dalla safety zone degli stereotipi horror. Ma questo non è per forza un difetto o un problema. Molto più probabile che la colpa non sia di nessuno in particolare se non dello spettatore stesso che, vedendo il nome di Del Toro nei credits in un ruolo così importante come il produttore, abbia alzato in maniera drastica l’asticella dell’esigenza qualitativa e innovativa.



Forse non sapevate che...

La pellicola è l'adattamento cinematografico dell'omonima serie di libri per ragazzi scritta da Alvin Schwartz, composta da tre volumi pubblicati dal 1981 al 1991

Ruth è l’unico personaggio che mantiene lo stesso nome che aveva nei libri

Nel libro di Sarah bellows si leggono alcuni titoli di storie realmente presenti nella serie di libri (The Cat's Paw, the Attic e the Wendigo)

A cura di Andrea Costantini



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