The Lodge - La recensione

Dai registi di Goodnight Mommy un nuovo horror cupo e inquietante


Regia di Veronika Franz e Severin Fiala

 

2020

 

Riley Keough (Grace Marshall)

Jaeden Martell (Aidan)

Lia McHugh (Mia)

Richard Armitage (Richard)

Alicia Silverstone (Laura)

Katelyn Wells (Wendy)

 

Trama

Dopo la morte della madre, Aidan e Mia non riescono ad accettare la nuova fidanzata di papà, Grace. La ragazza cerca in tutti i modi di essere carina con loro ma i ragazzi proprio non riescono a sopportarla. Complice anche il fatto che Grace ha un passato oscuro e violento dal quale, pare, ne sia completamente uscita. Quando il padre porta i ragazzi e Grace in uno chalet di montagna isolato dal mondo per via della neve, i tre cominciano inevitabilmente a conoscersi ma fatti strani e inquietanti cominciano ad accadere intorno a loro.


CinePaura pensa che...

 

Non ci sono dubbi. L’horror, negli ultimi anni, si è evoluto. Sono sempre di più le pellicole che sfuggono dal genere di puro intrattenimento per rientrare in qualcosa di complesso, astratto, quasi mistico. I ritmi rallentano, le storie si fanno contorte e scioccanti e il male viene violentemente sussurrato nelle viscere dello spettatore. Dai registi di Goodnight Mommy (Veronika Franz e Severin Fiala) arriva il secondo horror che si infila con violenza in questo genere, sempre che di genere si possa parlare. The Lodge è un horror psicologico ambientato in un nulla innevato dove si muovono tre protagonisti, due ragazzini arrabbiati e la nuova fidanzata di papà, il cui passato è più oscuro delle tenebre. Molte sono le similitudini con il precedente (e inquietante) Goodnight Mommy: casa isolata e protagonista tanto quanto gli attori, due ragazzini che non la contano giusta e una donna misteriosa. Il film incuriosisce, non ci sono dubbi, e la sceneggiatura è abile a confondere lo spettatore, facendogli credere di esser di fronte all’ennesimo film con l’ennesimo epilogo. “The same old ghost story”, insomma, ma non è questo il caso perché The Lodge è in grado di coinvolgere e stupire. Complice di ciò è appunto l’ambientazione agorafobica degli ampi spazi ghiacciati, una serie di twist spiazzanti e un alone di malsano fanatismo religioso che permea il film dall’inizio alla fine. E si sa, quando c’è di mezzo la religione, i brividi sono garantiti. Non il film dell’anno ma di certo un buon horror cupo, inquietante e originale.

 



Forse non sapevate che...

 

In Italia ha incassato 343 mila euro 

Il cane di Grace si chiama Grady, chiaro riferimento all’ex custode dell’Overlook Hotel in Shining. Anche in questo caso c’è un gruppo di persone isolate in montagna a causa della neve

I film che i ragazzi guardano in televisione sono La Cosa di John Carpenter e Jack Frost

Il quadro che inquieta Grace è una riproduzione de “L’Annunciata” di Antonello da Messina

A cura di Andrea Costantini




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