Battle Royale - La recensione

 


Uno dei cult più cult che ci sia

 

In un prossimo futuro le nuove generazioni hanno perso il rispetto nei confronti della popolazione adulta. Per cercare di contrastare ciò e per tentare di rimettere in riga i giovani, il Governo ha imposto una competizione annuale drastica. Una classe selezionata a caso dovrà recarsi su un’isola con addosso il minimo indispensabile per sopravvivere e un’arma con cui dovrà sterminare tutti i suoi compagni entro tre giorni. Soltanto uno può sopravvivere. Pena, la morte di tutti quanti.




CinePaura pensa che...

Quando si parla di cult movie ci sono alcuni film che difficilmente sfuggono alla memoria dell’appassionato. Uno tra questi è Battle Royale, diretto da Kinji Fukasaku nel 2000. Siamo tutti d’accordo che stiamo parlando di un film non per tutti i palati, principalmente indirizzato a un pubblico di amanti del genere violento e distopico. Ma siamo altrettanto d’accordo che tra gli appassionati menzionati sopra è praticamente impossibile trovare qualcuno che non sia d’accordo con il fatto che Battle Royale è un capolavoro. Oltretutto il film gode di un successo clamoroso alle spalle, essendo stato distribuito in ben 22 paesi del mondo.

Osannato e annoverato da Quentin Tarantino come sua personale fonte di ispirazione, il film di Fukasaku è uno dei più eclatanti esempi di survival movie il cui motto alla fine è “ne rimarrà soltanto uno”. Non sarebbero mai arrivati gli Hunger Games, gli Squid Games e tante tante altre cose, senza Battle Royale.

In un Giappone futuristico ma non troppo i ragazzi hanno smesso di portare rispetto agli adulti pertanto è stata varata una legge per cercare di rimettere i mocciosi al loro posto. Come farlo? Semplice, viene estratta a sorte una classe scolastica qualsiasi e gli alunni di tale classe vengono trasferiti su un’isola deserta con il minimo indispensabile per sopravvivere e un’arma (che può variare da un mitragliatore a un coperchio di una pentola). Dopodiché, semplicemente, si devono uccidere l’uno con l’altro, fino a quando rimarrà un unico sopravvissuto, che sarà libero di tornare alla sua vita di prima.

Modello educativo drastico, quello adottato nel film, ma necessario stando ai pensieri di coloro che detengono il potere anche se sulla reale efficacia rimangono comunque parecchi dubbi. Battle Royale è spettacolo e violenza all’ennesima potenza, non si lesina in sangue e cattiverie e si vede più di un ragazzino ammazzato in maniera atroce, senza pietà alcuna. Non è solo violenza gratuita ma è anche un film di personaggi, tanti personaggi che non sono ne buoni ne cattivi, tutti però in cerca di sopravvivenza. Alcuni più crudeli e tenaci che ci prendono gusto nel massacrare i compagni di classe, altri invece bonaccioni che tentano invano di sabotare il progetto oppure di formare una squadra per sopravvivere. Tutto inutile, tanto ne rimarrà soltanto uno. Imperdibile.




 

Forse non sapevate che...

                  

È nella top ten dei maggiori incassi in Giappone

Fukasaku aveva in mente di dirigere anche il seguito ma morì di cancro alla prostata il 12 gennaio 2003 dopo una sola ripresa

Secondo Quentin Tarantino, Battle Royale è uno dei film più influenti del decennio. È stato omaggiato diverse volte nel film, in particolare in Kill Bill. Per esempio, il personaggio di Gogo Yubari, interpretato da Chiaki Kuriyama, ricorda molto il personaggio da lei interpretato in Battle Royale, Takako Chigusa

Il Parlamento giapponese tentò di far vietare sia il romanzo che il film, ma senza successo. Anzi, fecero sì che il successo fosse ancora maggiore poiché la gente comprava il libro e andava al cinema per capire di cosa si trattasse




Informazioni


Diretto da Kinji Fukasaku

 

2000

Takeshi Kitano (Kitano)
Tatsuya Fujiwara (Shuya Nanahara)
Aki Maeda (Noriko Nakagawa)
Tarō Yamamoto (Shogo Kawada)

 

A cura di Andrea Costantini



 

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