C'è qualcuno in casa tua - La recensione

 


Uno slasher politically correct che non funziona

 

Makani e i suoi compagni di scuola devono vedersela con un assassino mascherato che ha l’intenzione di rivelare al mondo tutti i segreti più oscuri delle sue vittime. Anche Makani stessa nasconde un segreto e insieme al compagno di scuola Ollie, cercherà di sfuggire alla furia dell’omicida.


CinePaura pensa che...

 

L’ultimo horror targato Netflix appartenente al catalogo originali della più celebre piattaforma è lo slasher C’è qualcuno in casa tua, diretto da Patrick Brice (autore del valido Creep e del suo sequel). E ahinoi, questa volta il colosso dello streaming ha toppato in pieno creando un horror che ha da raccontare veramente poco. Il film parte bene con una sequenza di omicidio realizzata con i giusti tempi, una buona tensione e qualche abbondante fiotto di sangue. I fan non possono fare altro che seguire con attenzione e sfregarsi le mani con avidità.

Poi però subentrano elementi che stonano, a partire dagli accenni al bullismo scolastico, al genere sessuale e al razzismo, temi delicati che proprio non hanno nulla a che vedere con la vicenda narrata, messi lì apparentemente per acquistare consensi in un momento in cui bisogna inserire la correttezza in ogni tipo di film. Alcuni momenti, poi sfociano nel melenso gratuito con storie d’amore tenute nascoste e amori mai detti. Tutto ciò potrebbe essere un pollice su per la caratterizzazione dei personaggi ma il modo imponente con cui viene sbattuto in faccia allo spettatore non fa altro che farci distogliere l’attenzione dal fatto che stiamo guardando uno slasher.

Ma fossero solo questi i problemi! Da qui in poi ci sbilanciamo con qualche piccolo spoiler, quindi se avete intenzione di vedere il film, leggete il resto della recensione a visione terminata. Altro punto negativo è la storia in sé per come è costruita. Oltre a non aggiungere nulla di nuovo, punta sui segreti dei ragazzi, ognuno dei quali pare essere colpevole di atti spaventosi, cosa del tutto poco probabile per un gruppo di adolescenti delle superiori. C’è chi ha gettato una compagna nelle fiamme, chi prende droghe rubate alla madre, chi ha il passato talmente oscuro da essere chiamato sociopatico e assassino ma anche qui, possiamo sorvolare. Il vero problema del film è l’epilogo, frettoloso e del tutto sconnesso con il resto del film, con un killer scelto a caso dal mazzo dei protagonisti spinto da una motivazione trovata nell’ovetto Kinder. È cosa vera che in uno slasher di qualsiasi qualità (buona o scadente che sia) le regole sono quello che sono e la logica spesso viene a mancare, ma qui proprio non ci siamo. C’è un po’ di sangue, tanta confusione su che strada prendere e nulla più. Bocciato.



Forse non sapevate che...

È disponibile nel catalogo Netflix a partire da ottobre 2021

Il film arriva dai produttori di Stranger Things (Shawn Levy) e dell’universo di The Conjuring (James Wan)

Il film è tratto dall’omonimo libro di Stephanie Perkins del 2017

Sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes ha ricevuto il 51% di critiche positive.



Informazioni

 

Regia di Patrick Brice

 

2021

 

Sydney Park (Makani Young)
Théodore Pellerin (Oliver "Ollie" Larsson)
Asjha Cooper  (Alexandra Crisp)
Jesse LaTourette (Darby)
Diego Josef (Rodrigo Doran)

 

A cura di Andrea Costantini



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