Gretel e Hansel - La recensione

La visionaria rivisitazione horror della fiaba più crudele di sempre


Regia di Oz Perkins

 

2020

 

Sophia Lillis (Gretel)

Samuel Leakey (Hansel)

Charles Babalola (Cacciatore)

Alice Krige (Holda, la strega)

Jessica De Gouw (Holda da giovane)

 

 

Trama

Gretel e il fratellino Hansel sono costretti a lasciare la loro casa, cacciati dalla madre, in un periodo di pestilenza e carestia. Si avventurano nel bosco, alla ricerca di un gruppo di taglialegna in grado di dar loro un lavoro ma si imbattono nella casa di un’anziana signora, gentile e ospitale. Inizialmente attratti dalle accortezze e dal cibo delizioso della donna, i due ragazzi si accorgeranno ben presto di essere ospitati nella dimora di un’antica strega malvagia.  


CinePaura pensa che...

La favola di Hansel e Gretel rivista con l’occhio acuto di Oz Perkins, figlio del grande Anthony e già autore di un paio di pellicole dal sapore misterioso e intrigante (Sono la bella creatura che vive in questa casa, February). Al suo terzo film, Perkins raggiunge una maturità ancora maggiore rispetto alle opere precedenti. Fa rivivere una delle favole più crudeli a modo suo, senza pensare troppo alla storia (non aggiunge molto rispetto alla favola originale dei Grimm) ma dando invece enfasi alla spettacolarizzazione della messa in scena. A farla da padrone sono le ambientazioni cupe, luoghi fatiscenti illuminati da brillanti candele, case nere sepolte nel bosco, enormi scantinati nel quale succede chissà cosa, il tutto fotografato in maniera magistrale da Galo Olivares. Meno di un’ora e mezza di durata rendono il film scorrevole e veloce, un po’ troppo veloce perché alla fine si rimane con un leggero senso di amaro in bocca. Il motivo è forse l’eccessiva spiegazione nel finale, non in sintonia con il male sussurrato per tutto il film oppure semplicemente perché avremmo voluto vedere ancora qualche altra splendida immagine: il film ne è pieno.


Forse non sapevate che...

Il film è incentrato sulla figura di Gretel (vedasi anche il titolo invertito rispetto all’originale), più grande, in modo da rendere la vicenda una specie di storia di formazione

A cura di Andrea Costantini


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