Three... Extremes


Di Fruit Chan,Takashi Miike, Park Chan-wook

Miriam Yeung Chin Wah (signora Lee)
Ling Bai (zia Mei)
Kyōko Hasegawa (Kyoko)
Byung-Hun Lee (regista)
Hye-jeong Kang (moglie del regista)
Tony Leung Ka Fai (marito della signora Lee)

Anno: 2004

Trama

Film a episodi. Dumplings. Una donna si reca dalla famosa zia Mei, una ragazza che pare abbia una ricetta miracolosa per combattere la vecchiaia, basta soltanto mangiare i suoi ravioli dall’agghiacciante contenuto. Cut. Un regista e sua moglie vengono presi in ostaggio da una comparsa impazzita dei suoi film che si vuole vendicare, cominciando a fare richieste assurde all’uomo. Pena la perdita delle dita della moglie pianista. Box. Una bellissima scrittrice tormentata dal ricordo della sorella morta da bambina in un incendio, vive sospesa tra sogno e realtà.


CinePaura pensa che...

Un titolo ingannevole, quello del progetto collettivo del 2004, ideato dai registi di cinema estremo Fruit Chan, Takashi Miike e Park Chan-wook. Three… Extremes perché è ingannevole? Perché di estremo c’è davvero poco e da registi di questo calibro ci aspettavamo ben altri livelli di orrore. Analizzandoli in ordine, il primo Dumplings, il migliore del lotto, è forse l’unico che merita di stare in un’opera con un titolo del genere. “Dumplings” significa “ravioli” e potete immaginare che il ripieno non sarà ricotta e spinaci. Il secondo è il vendicativo Cut, in bilico tra il surreale e il visionario ironico è un corto che non ha molto da raccontare. Il terzo, Box, è il più suggestivo e complesso, quasi incomprensibile, diretto da un Miike più leggero del solito. Nel complesso un assieme discontinuo e tutt’altro che disturbante. Dall’estremo oriente ci si aspetta molto di più, in termini di disgusto.

Frase del film 

“Quando li mangia, non pensi al contenuto ma al beneficio”


Forse non sapevate che

La pellicola è una co-produzione tra Hong Kong, Giappone e Corea del Sud

A cura di Andrea Costantini



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