Giallo-horror
visionario diretto da Sergio Martino
Jane è traumatizzata dall’assassinio della madre, avvenuto quando lei e sua sorella erano delle bambine. Oltretutto perde il figlio che porta in grembo in un incidente d’auto. Tutti questi eventi la portano sull’orlo della pazzia e si affida a uno psicoterapeuta. La terapia non funziona e trova supporto nella sua nuova vicina di casa, la quale la invita a partecipare a un rituale che potrebbe aiutarla a risolvere tutti i suoi problemi.
CinePaura pensa che...
Jane è traumatizzata dall’assassinio della madre,
avvenuto quando lei e sua sorella erano delle bambine. Oltretutto perde il
figlio che porta in grembo in un incidente d’auto. Tutti questi eventi la
portano sull’orlo della pazzia e si affida a uno psicoterapeuta. La terapia non
funziona e trova supporto nella sua nuova vicina di casa, la quale la invita a
partecipare a un rituale che potrebbe aiutarla a risolvere tutti i suoi
problemi.
Sergio Martino non è solo autore di classiconi della
commedia all’italiana quali Giovannona
Coscialunga, L’allenatore nel pallone
e Occhio, malocchio, prezzemolo e
finocchio ma nei primi anni ’70 girò uno dei gialli horror più amati
oltreoceano, da cui anche il buon Tarantino ha attinto e omaggiato nelle sue
pellicole più celebri.
Tutti
i colori del buio, del 1972 riprende le argomentazioni tanto
care a Polanski delle sette sataniche, l’adorazione del male e così via e le
mette in scena in una pellicola delirante, in continuo bilico tra sogno, anzi
incubo e realtà. Protagonista della vicenda è una brava e bellissima Edwige
Fenech che, devastata mentalmente da diversi traumi occorsi nella sua vita,
inizia ad avere visioni terrificanti di un uomo che la insegue. Esiste davvero
quell’uomo oppure è frutto della sua fantasia? Ad aiutarla, una vicina di casa
tanto premurosa quanto inquietante che le propone una soluzione alternativa al
suo problema: unirsi a una setta oscura che pratica rituali malvagi con tanto
di orge e sacrifici animali. Ovvio, no?
Una regia molto curata e l’ambientazione malinconica,
gotica e oscura sono i veri punti di forza del film di Martino. Si sorvola
sulla sceneggiatura non proprio da Oscar, del resto lo sappiamo che non è mai
stata il punto forte di un certo tipo di cinema italiano ma l’occhio è deliziato
dalla messa in scena eccellente e dalla presenza della Fenech, qui ai suoi
massimi splendori. Il continuo essere in bilico tra realtà e finzione può
destabilizzare ma alla fine i conti tornano e viene svelato l’arcano che sta
dietro tutto il meccanismo.
Da menzionare le scene rituali accompagnate dalla colonna
sonora memorabile di Bruno Nicolai. È in scene come quelle che si comprende da dove
Tarantino abbia attinto per realizzare i suoi capolavori.
Forse non sapevate che...
Il film è ambientato a Londra ma è stato girato a Dublino
Incassò la considerevole cifra di 641 000 000 di lire dell'epoca
Informazioni
Diretto
da Sergio Martino
1972
Edwige Fenech (Jane
Harrison)
George Hilton (Richard Steele)
A cura
di Andrea Costantini
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