Di Michele Soavi
David Brandon (Peter)
Barbara Cupisti (Alice)
Robert Gligorov (Danny)
John Morghen (Brett)
Clain Parker (Irving Wallace)
Ulrike Schwerk (Betty)
Anno 1987
Trama
Un gruppo di attori sta mettendo in scena in un teatro uno
spettacolo con protagonista un assassino travestito da barbagianni. La
protagonista Alice si sloga una caviglia durante le prove e l’amica Betty
l’accompagna nell’ospedale più vicino. In questo ospedale (psichiatrico) è
rinchiuso un pazzo assassino che ha ucciso decine di persone per divertimento.
Coincidenza vuole che la sera stessa l’assassino fugga dal manicomio e si
infili proprio nell’auto delle due ragazze. Non appena le due fanno ritorno al
teatro, l’assassino si intrufola nello stabile insieme a loro. Dopo aver
sbarrato le porte e chiuso dentro tutti, comincia la mattanza facendo fuori gli
attori uno ad uno.
CinePaura pensa che...
Michele Soavi, al suo primo lungometraggio,
costruisce uno slasher claustrofobico di chiara ispirazione americana,
prelevando dai vari film di genere del decennio precedente. Non danneggia il
risultato il fatto di conoscere fin da subito l’identità dell’assassino, invece
di attendere il colpo di scena in cui viene svelato. Detto ciò, le motivazioni
che lo spingono a uccidere sono inesistenti. Pura cattiveria? Forse ma non è
sufficiente per costruire una storia che stia in piedi come si deve. Poi
comincia il massacro e i protagonisti, uno più fastidioso dell’altro, cadono
come mosche in un loop ripetitivo a tratti soporifero. L’atmosfera del teatro è
funzionale alla storia ma la vicenda risulta poco incisiva. Interessante la
scena della “composizione” con i cadaveri.
Frase del film
“La gente prova una curiosità
morbosa per certi fatti. Faranno la fila al botteghino per venire a vedere lo
spettacolo in cui viene uccisa un’attrice da un maniaco proprio come è accaduto
nella realtà durante le prove”
Forse non sapevate che
Durante le prove dello spettacolo, Brett dice a Laurel la frase
“Chiamami Jena”. È un omaggio al classico di John Carpenter 1997: Fuga da New York
Il
regista Michele Soavi è il giovane poliziotto in auto, fuori dal teatro
A cura
di Andrea Costantini
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